Già durante un convegno organizzato nell’aprile di 7 anni fa da Legambiente, e tenutosi presso l’Istituto Pacifici e De Magistris ai Cappuccini, si pose il problema del totale stato abbandono in cui versava la Chiesa di San Bartolomeo. In quell’ occasione si sottolineò come la struttura, popolarmente conosciuta come chiesa di S. Antonio e già negli anni precedenti chiusa al culto perché inagibile a causa di continui crolli delle coperture, dovesse essere recuperata e non trasformarsi in un sito di accumulo di rifiuti.
La chiesa di S. Bartolomeo, nata probabilmente nella seconda metà del XIII secolo, era annessa al convento dei Frati Minori (successivamente Ospedale civile, oggi Casa della Salute). Parte della struttura è ancora quella originaria. Si pensi ad esempio come la facciata romanico-gotica, rivestita da una cortina di pietre calcaree su cui si apre una porta a forma di ogiva, sia rimasta inalterata. Una buona parte restante ha al contrario subito modifiche e ristrutturazioni nei secoli.
Agli inizi del XVIII secolo risulta che padre Filippo Ciammarucone dispose profonde trasformazioni del complesso ecclesiastico. All’indomani dell’unità d’Italia il processo di secolarizzazione portò nel alla chiusura definitiva del convento (1873). Nel 1880 il convento fu trasformato in ospedale dalle autorità municipali di Sezze su concessione governativa.
Nel novembre dello scorso anno, durante un periodo di piogge intense, i Vigili del Fuoco dovettero intervenire all’interno della chiesa per salvare dalle infiltrazioni d’acqua la tela raffigurante “il Martirio di San Bartolomeo”. L’opera d’arte fu contestualmente trasferita presso la Concattedrale di Santa Maria.
Ora è l’artista setino Franco Vitelli, attraverso il suo profilo Facebook, a denunciare la condizione di decadimento della Chiesa di San Bartolomeo e le scritte, attraverso bombolette spray, che ne deturpano la facciata. Alla sua denuncia, supportata da non pochi commenti di sdegno da parte degli utenti, è seguito un video dall’alto girato dal cultore di storia locale Roberto Vallecoccia. Dal video risulta evidente come il tetto della chiesa, ormai da decenni sfondato, rischi di crollare interamente sul solaio sottostante.
C’è chi afferma che addirittura le prime lesioni del soffitto risalgano agli anni ’60 del secolo scorso durante alcuni lavori di ristrutturazione effettuati nei confronti dell’adiacente ospedale San Carlo. La Chiesa è patrimonio del FEC (Fondo edifici di culto) sotto la gestione del Ministero dell’Interno. Si spera che il consiglio di Amministrazione del Fondo disponga interventi di manutenzione straordinaria a San Bartolomeo nel più breve tempo possibile. Nel restauro della struttura anche Ministero dei Beni e Attività Culturali e Ministero per le Infrastrutture e Trasporti dovranno giocare un ruolo fondamentale.