A CASA CON 7 OVULI DI COCAINA NASCOSTI NEL BORSELLO: CONDANNATO A 4 ANNI DI RECLUSIONE

Sorpreso con oltre 80 grammi di cocaina e arrestato dalla Guardia di Finanza: il 32enne è stato condannato

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, ha condannato, per spaccio di sostanze stupefacenti, alla pena di 4 anni di reclusione, il 32enne, di Sezze, Mattia Italiani, arrestato lo scorso 31 gennaio dalla Guardia di Finanza di Terracina a Pontinia. Oggi, 8 maggio, al termine del rito abbreviato, il giovane setino, difeso dall’avvocato Italo Montini, ha rimediato anche una multa di 18mila euro. Il pubblico ministero Martina Taglione aveva chiesto per il trentenne una pena appena più alta: 4 anni e 4 mesi.

Italiani, dopo essere stato arrestato a gennaio, aveva sostenuto nell’ambito dell’interrogatorio di convalida che il quantitativo di droga trovato nella sua disponibilità, ossia 80 grammi di cocaina, fosse per uso personale. Al termine dell’interrogatorio di convalida, il giudice per le indagini preliminari, Mara Mattioli, aveva sciolto la sua riserva, concedendo la misura più lieve degli arresti domiciliari rispetto al carcere.

L’arresto era stato eseguito dai finanzieri dopo aver fermato il 32enne a bordo della sua Lancia Y nei pressi della sua abitazione. Scattata la perquisizione a casa, i finanzieri si erano recati nelle aree sotto il balcone e le finestre presenti nell’appartamento, scovando all’altezza dell’unica finestra presente un intercapedine di 50 centimetri tra l’immobile e un altro immobile adiacente. All’interno dell’intercapedine, c’era un borsello di colore nero.

Dentro il borsello, erano stati trovati 7 ovuli contenenti 70 grammi di cocaina, più altri grammi della stessa sostanza contenuti in due confezioni di cellophane. Inoltre, erano stati rinvenuti due bilancini elettronici.

Nel corso dell’interrogatorio di convalida, il 32enne aveva spiegato di aver nascosto il borsello per evitare che fosse trovato nel caso di un controllo, ribadendo che le dosi e la droga erano solo a suo uso personale. Le affermazioni del 32enne non erano state ritenute credibili, anche alla luce del ritrovamento di due telefoni cellulari in suo possesso dei quali l’arrestato non aveva voluto fornire i codici di sblocco.

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