Damiano Coletta commenta l’articolo pubblicato da “La Repubblica” dal titolo “Nel feudo della destra, scosso dal tradimento. Latina ritorni Littoria”
“Latina è una città che ha dimostrato di voler costruire un rapporto pacifico e sereno con il proprio passato. Una città che pur rispettando la storia, perché la storia va rispettata, è stata capace di andare oltre. A tal proposito, è opportuno ricordare come dal 2016 siano state prese le distanze da quel tipo di destra. Una destra due volte commissariata, che ha impedito il processo di crescita della città, che è passata alle cronache nazionali per frequentazioni equivoche e per l’affermazione del cosiddetto “Sistema Latina”. Una destra che, anche nel nostro territorio, ha impedito crescita e sviluppo condizionando la stabilità in vari comuni a colpi di sfiducia politica.
Latina ha cambiato paradigma: sono state imposte regole dove non ce n’erano, legalità dove non esisteva, e sono stati avviati dialoghi con una destra liberale quando le uniche interlocuzioni politiche erano mosse da una destra pericolosa che guardava al passato per strumentalizzarlo. Quella destra dalle frequentazioni equivoche e dalle collusioni con la criminalità organizzata (come si legge sull’articolo odierno del quotidiano “Domani” dal titolo “Il Senatore della Meloni e quel boss che tifava per lui alle Comunali”) è stata allontanata ed esclusa. Il palazzo comunale, oggi, è un luogo pulito e trasparente.
Nel 2016 la città ha scelto la via della discontinuità politica sposando un progetto civico e nel 2021, dopo la creazione di una coalizione con partiti di area progressista e liberale, lo ha confermato. Una formazione che ha vinto in maniera netta il ballottaggio. Il nuovo progetto ha messo al centro la trasparenza, l’equità, la partecipazione e ha messo al centro la persona. Specialmente quella più ai margini, come si è visto nel duro periodo della pandemia dove non è stato lasciato indietro nessuno. Latina, oggi, è la città dei diritti e dei giovani. Giovani che stanno trovando anche un motivo per restare, alla luce dei tanti investimenti eseguiti in collaborazione con l’università La Sapienza e che vogliono portare Latina nell’ottica di una città universitaria. E ancora: città della legalità, antifascista e – lontana da ogni forma di sovranismo – dell’Europa. Proprio a due passi da Latina c’è Ventotene, capitale simbolica dell’Unione Europea. Ed è per questo motivo che gran parte della città non si riconosce nell’immagine che viene data dall’articolo pubblicato su Repubblica.
È stato avviato un percorso virtuoso che ha visto, tra le altre cose, alcuni passaggi simbolicamente importanti come la valorizzazione del 30 giugno, data della posa della prima pietra della nostra città, il primo monumento all’inclusione situato al parco San Marco, l’intitolazione del parco comunale a Falcone e Borsellino. E il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre e a Sami Modiano. Passaggi non graditi alla destra nostalgica e divisiva, ma che hanno riscontrato il plauso di gran parte della città: della classe politica, progressista e liberale, e della società civile ormai avulsa da quel lontano passato. Il fermento civico e civile che c’è oggi in città è sotto gli occhi di tutti. Ed è da qui che bisogna ripartire per una Latina sempre più solidale, universitaria ed europea”.
Lo scrive in una nota il candidato sindaco Damiano Coletta.