Omicidio Muratovic: si era presentati in tre alla Stazione dei Carabinieri “Gianicolense” a Roma, ora c’è un altro arresto
La Squadra Mobile di Roma e il Commissariato di Anzio-Nettuno hanno eseguito un’altra misura cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri su richiesta della Procura della Repubblica per il delitto di Leonardo Muratovic, avvenuto ad Anzio sabato 17 luglio 2022. A finire in carcere un giovane di 27 anni, classe 95, O.H.A, detto “Suzu”, di cittadinanza tunisina ma nato, cresciuto e residente ad Aprilia, già gravato da pregiudizi di polizia per lesioni personali e violazione della legge sugli stupefacenti.
Il 27enne apriliano è stato arrestato sabato scorso ed è accusato di aver preso parte all’accoltellamento di Leonardo Muratovic, il giovane pugile di Aprilia ucciso davanti al locale “La Bodeguita” sulla Riviera Vittorio Mallozzi.
Poche ore dopo l’omicidio, come noto, si sono costituiti alla caserma dei Carabinieri a Roma i fratelli Adam Edrissi, 20 anni, residente nel quartiere Zodiaco di Anzio. (classe 2001, pregiudicato per tentato omicidio, ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco) e Ahmed Edrissi, classe 1996, già gravato di precedenti (anche per accoltellamento del fidanzato della sorella) e compagno della figlia di Angelo Gallace, legato all’omonima cosca di ‘ndrangheta trapiantata tra Anzio e Nettuno.
Fu il più giovane dei due, Adam Edrissi, a confessare il delitto di Leonardo Muratovic sostenendo di avergli scagliato contro il pugile il fendente fatale con il coltello.
Ora anche il 27enne “Suzu” risulta accusato di omicidio in concorso. Secondo gli inquirenti, avrebbe preso parte all’accoltellamento di Leonardo Muratovic insieme ai fratelli Adam e Ahmed Edrissi già sottoposti, prima a provvedimento di fermo di indiziato di delitto da parte della Procura di Velletri, convalidato dal gip di Roma e poi a misura cautelare in carcere da parte del gip di Velletri, per competenza territoriale.
Secondo l’indagine portata avanti dalla Squadra Mobile di Roma e dalla Procura di Velletri, alla base della rissa culminata nell’omicidio ci sarebbero dissapori tra due gruppi distinti, con l’aggravante dei motivi “abbietti e futili”. Muratovic sarebbe stato aggredito e poi ucciso perché in cattivi rapporti con i fratelli Edrissi. Un’ipotesi che allontana quella circolata per giorni che portava a fatti di droga.
Gli inquirenti sono arrivati a formulare le loro ipotesi in un ambiente di “manifesta reticenza e omertà di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti o testimoni dell’evento“. Inoltre, secondo la Questura di Roma, che lo spiega in una nota, il gruppo degli Edrissi e di “Suzu” sarebbe stato “composto sicuramente da ulteriori persone”. L’aggressione si è pero sviluppata “non nei confronti di una opposta fazione ma verso un unico individuo, disarmato e non legato ad ambienti criminali, al contrario degli oppositori rivelatisi un pericoloso sodalizio presente sul territorio di Anzio”.
I tre – Adam e Ahmed Edrissi più Suzu – risultano al momento “gravemente indiziati di aver aggredito con pugni e schiaffi Muratovic, per poi colpirlo con armi da taglio al petto ed al fianco, cagionandone la morte“. È stato Adam a confessare di aver inferto la coltellata al petto che ha provocato il decesso della vittima; anche il fratello Ahmed e “Suzu” sarebbero stati “sempre presenti e partecipi sin dall’inizio delle prime minacce” rivolte a Muratovic, “evidentemente figlie di pregressi attriti”, tanto che tutti e tre sono stati ripresi a una telecamera del comune di Anzio presente in zona mentre scappavano.
Gli inquirenti considerano alcune testimonianze “fondamentali”. Nonostante abbiano avuto carattere di reticenza e contraddittorietà, le testimonianze sono “univoche nell’indicare la partecipazione dei tre alle fasi antecedenti, concomitanti e soprattutto successive all’aggressione”. Nessuno dei testimoni avrebbe, tuttavia, “indicato o visto l’autore o gli autori delle due coltellate, presumibilmente, anche secondo i riscontri autoptici, inferte da due coltelli diversi e di conseguenza da due persone differenti”.
Quindi, l’autore dell’omicidio materiale di Leonardo Muratovic non è ancora chiaro chi sia stato, nonostante sia palese, per gli inquirenti, che a partecipare al delitto siano stati in tre: gli Edrissi e Suzu.