Il Comitato Civico di Cori critica duramente la gestione dei Pat da parte dell’Azienda Sanitaria locale di Latina
“Non c’è rispetto per i cittadini, figuriamoci per i cittadini malati. Quel che sta accadendo questi giorni, a livello politico nazionale, la dice lunga sullo sfascio del nostro paese, e la mancanza di assunzioni di responsabilità. Ma veniamo alla ASL di Latina perché il Comitato Civico di Cori, anche in virtù della recente Giornata di lavoro “Libertà è/e partecipazione” promossa dal Ministro della Salute Speranza, non può che censurare assenze e mistificazioni del Direttore Generale e dei Dirigenti di distretto in merito ai servizi PAT, ex PPI, alle Case della Salute e agli Ospedali di Comunità”. Così, in una nota, il Comitato Civico di Cori.
“Si avvisa, che per disposizione aziendali, tale struttura non garantisce più prestazioni di emergenza-urgenza ma solamente di continuità assistenziale (Guardia Medica”. È l’informazione della ASL di Latina affissa nei giorni scorsi all’ingresso del Punto di Assistenza Territoriale di Sabaudia in conseguenza della quale il Comitato Civico boccia l’operato dell’azienda sanitaria locale.
“A Cisterna – spiega la nota del Comitato – è stata avviata una “sperimentazione”: cioè una finta riapertura del PAT h 24 che fa acqua da tutte le parti; in realtà è un semplice trasloco della Guardia Medica da S. Valentino ai locali superiori al PAT, ma alla ASL e in Regione Lazio hanno la faccia tosta e la chiamano sperimentazione. E così ripartiamo tutti da zero, o anche meno, in attesa del fantomatico PNRR … a Cori PAT, Casa della Salute, ecc … è tutto fermo e sospeso. Ma ricordiamo a tutti: fu la Regione Lazio, a seguito di un ricorso al TAR nel 2019 , che annullò il Decreto U00303, il decreto con cui avrebbero voluto chiudere i PPI, quindi la Regione Lazio con il DCA U00469 del 15 novembre 2019, prese atto che le aziende interessate (compresa la ASL di Latina) avevano già adottato atti di propria competenza; e cioè con quegli atti aziendali la trasformazione dei PPI, avveniva garantendo il servizio dell’emergenza – urgenza h 24, a far data dal 1 gennaio 2020, che seppur diversamente qualificato come PAT, avrebbe assicurato la continuità con le funzioni precedentemente svolte”.
“E se a tutt’oggi – prosegue la nota -, non ci sono provvedimenti regionali di modifica, la ASL di Latina non ha il potere di impartire disposizioni che contravvengono al DCA U00469/2019. La ASL di Latina abbia il coraggio di chiarire quali sono gli obiettivi di salute che intende raggiungere nei territori in cui i PAT, ex PPI, sono stati disintegrati dai propri dirigenti. Oggi è necessario restituire dignità ai PAT h 24, come servizio di emergenza e urgenza, prima che sia troppo tardi. La ASL deve confrontarsi con i cittadini, stabilendo una chiara e certa tabella di marcia, su servizi sanitari che si devono riprendere, garantire e ampliare, altrimenti i cittadini – conclude la nota – avranno premura di organizzare ben altri confronti, perché ormai la misura del disagio per la salute ci sembra veramente incolmabile e insopportabile”.