Consiglio comunale in catamarano, Il Partito Comunista denuncia l’ipocrisia di chi ha affossato la nautica gaetana
“Come oramai risaputo e chiacchierato, con una nota ufficiale il neo sindaco di Gaeta Cristian Leccese ha annunciato uno stravagante e “fuori comune” (in tutti i sensi) Consiglio Comunale all’interno di un lussuoso catamarano made in Gaeta, costruito con il sostegno del colosso “Rossi&Martini”. Il tutto, come si legge dalle noti giornalistiche, per rilanciare la nautica gaetana che oramai vive una fase di stallo molto lunga.
Navigare a vista con “messaggi in bottiglietta” appariscenti lanciati verso chi non sa o è smemorato è oramai una consuetudine dell’amministrazione locale, soprattutto per riempirsi la bocca di presunto eroismo. C’è però il rischio che tutto torni indietro con un’onda per diventare un sorso di Martini diluito con l’acqua di mare salata. Noi comunisti della sezione “Mariano Mandolesi” di Gaeta in questo caso infatti ricordiamo molto bene che tra coloro che hanno “affondato” la nautica gaetana c’era l’allora Amministrazione comunale di cui Leccese era parte ed attuale seguito.
Dopo la chiusura della Cantieri Navali del Golfo con la condanna per oltre 30 famiglie, ci fu pure la crisi del fiore all’occhiello e della storia della nautica gaetana nel mondo, l’Italcraft! E noi di questo ne conosciamo bene la storia. Noi non dimentichiamo la farsa tra sindacati confederali, l’Amministrazione comunale, il Consorzio Industriale e l’Autorità portuale (dove tra i consiglieri risiede anche il sindaco della città). Una farsa chiamata “protocollo d’intesa”, sottoscritta dai rappresentanti delle varie sigle ed enti, apparentemente per la tutela degli operai. Un “rancio” che poi risulterà amaro e che servì per tenere la tensione sociale sotto controllo. Infatti nulla fu adempiuto di quel protocollo e nessun firmatario si prese la responsabilità di farlo rispettare, buttando come pasto altre 40 famiglie in “Bocchi” agli squali di turno. Nessuno di loro neppure si prese la briga di rispondere ai nostri appelli per spiegare alla città cosa fosse invece il “progetto Cesena”, bello in vista nel Consorzio, che invece prevedeva lo smantellamento delle attività industriali fronte mare.
Una assenza la loro di fatto continuata anche quando gli operai prima occuparono anche su nostro suggerimento la fabbrica e poi costruirono una capanna all’esterno, vivendoci per mesi sotto ogni tipo di clima, protestando anche con blocchi intermittenti della viabilità. Tutta la politica della zona fu assente, tranne noi! Una presenza, la nostra, voluta dagli operai ma non gradita e poi contrastata dai suddetti sindacati (compromessi e spinti secondo noi anche da chi poi a distanza di anni vuole fare l’eroe), dove abbiamo condiviso le difficoltà degli operai, giorno dopo giorno, li abbiamo sostenuti e consigliati come agire trovandoci sempre più quei rappresentanti sindacali contro, mentre questi ultimi man mano rifiutavano la solidarietà di altri operai e sindacati di base di realtà adiacenti, smantellavano la lotta, accettavano compromessi sempre più a ribasso sperando in tornaconti personali.
Solo in due casi l’allora amministrazione mandò due suoi rappresentanti. Una prima volta con l’assessore Vona e una seconda (guarda il caso) con l’attuale sindaco Leccese. Furono confronti di facciata, di circostanza, di quelli che lasciano il tempo che trovano, inutili.
Ora, per tornare alla nota ufficiale in questione, affermiamo che forse era più il caso (visto le attuali scelte) di fare piuttosto al suo tempo un consiglio comunale dentro lo stabilimento Italcraft e semmai anche uno dentro la Genepesca (altra situazione scandalosa dai risvolti finali di dismissione, devastazione e sfruttamento dei sopravissuti). Ma si sa che questi nostri amministratori sono per lo strumento dell’effimero e del sensazionale, non dalla parte dei lavoratori ma di chi già detiene maggiore benessere, speculatori e renditieri: l’interesse solito per i soliti pochi ricchi a discapito dei sempre più poveri costretti sempre più ad emigrare in altri “porti”! Dovevano agire al tempo per salvaguardare il settore della nautica, ora questi spettacoli a favore di qualche padrone servono poco o niente alla città e ai suoi lavoratori.
In conclusione ci permettiamo di dare un ultimo suggerimento a questa Amministrazione Comunale: se proprio ci tiene a fare riunioni in “non luoghi” pubblici come le imbarcazioni, il prossimo Consiglio Comunale potrebbero svolgerlo su una delle nostre paranze in modo di sostenere almeno con clamore il settore della pesca che loro stessi, in quanto tutti referenti locali dei partiti nazionali a sostegno di Draghi e UE, hanno contribuito ad affossare”.
Lo dichiara, in una nota, il Partito Comunista di Gaeta.