TERRACINA, REQUISITI CAMBIATI PER LA SELEZIONE: COMUNE CONDANNATO E DIRIGENTE DECADUTO

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Comune di Terracina

Posizione di Dirigente contesa: il Tribunale del Lavoro di Latina ha condannato il Comune di Terracina, la causa intentata dal funzionario

A fare causa al Comune di Terracina è stata la funzionaria Claudia Romagna, dipendente a tempo indeterminato, che ha adito il Tribunale di Latina – Sezione Lavoro, assistita dall’avvocato del Foro di Latina Giacomo Mignano, denunciando la illegittimità della procedura di conferimento di incarico dirigenziale a tempo determinato, tramite articolo 110, a Roberto Biasini, a cui il Sindaco Roberta Tintari ha assegnato il ruolo di Dirigente all’Urbanistica.

L’assegnazione è arrivata al termine di una selezione per interpello e, proprio su questo punto, la funzionaria ha avuto da eccepire in quanto, secondo il ricorso proposto, né Biasini né l’altro partecipante – l’ingegnere Alfredo Sperlonga – avevano i requisiti minimi per essere interpellati e giudicati idonei dalla Commissione esaminatrice. Ad essere impugnata dalla funzionaria è la delibera sindacale di conferimento dell’incarico dirigenziale triennale con decorrenza dal 28 settembre 2021 firmata dall’attuale primo cittadino Roberto Tintari e, in second’ordine, la determina di due giorni dopo, 30 settembre, che confermava l’atto del Sindaco.

Secondo l’ordinanza del Tribunale del Lavoro di Latina, firmata dal Giudice Valentina Avarello il 3 luglio, la domanda cautelare, proposto dall’avvocato Mignano, risulta fondata sotto il profilo del “periculum in mora” e anche sotto quello del “fumus boni iuris”. A chiarire il passaggio è il Giudice del Lavoro poiché “risulta in particolare fondata l’eccezione afferente la illegittimità della modifica regolamentare operata con delibera del 17 agosto 2021, con la quale è stato modificato l’art. 54 del Regolamento Comunale sull’accesso all’impiego e sulle relative procedure selettive e concorsuali nella parte in cui prevede, per le assunzione di dirigenti a tempo determinato, una esperienza professionale pregressa triennale e, non più quinquennale, come previsto nella precedente formulazione“.

In sostanza, secondo il Giudice del Lavoro, prima della selezione e poi dell’assegnazione dell’incarico a Biasini da parte del Sindaco Tintari avvenuta il 30 settembre, la delibera 132 del 17 agosto 2021 ha modificato il regolamento del Comune diminuendo da 5 a 3 anni i requisiti per poter partecipare alla selezione come dirigente a tempo determinato. “La modifica operata dalla norma secondaria – scrive il Giudice del Lavoro – si appalesa illegittima“.

È quindi illegittimo l’Avviso protocollato dal Comune di Terracina risalente al 2 settembre 2021 con cui si indiceva la selezione ad interpello e che poi vide la partecipazione di Romagna, Sperlonga e Biasini. Non sono sufficienti tre anni di incarico di posizione organizzativa come per il caso di Sperlonga e Biasini, ma avrebbe dovuto valere un quinquennio in funzioni dirigenziali, come nel caso di Romagna. Quindi, scrive il Giudice del Lavoro, “gli unici due candidati – Sperlonga e Biasini – ritenuti dalla Commissione esaminatrice idonei alla attribuzione dell’incarico, unitamente alla ricorrente, non avevano i requisiti minimi prescritti“.

Respinta invece la domanda della funzionaria Romagna sull’attribuzione dell’incarico dirigenziale, una volta decaduto il Dirigente Biasini. Il motivo è rintracciabile nel fatto che, come rileva il Giudice del Lavoro, non si tratta di conseguenza vincolata – decade il dirigente, subentra il ricorrente vincitore – e soprattutto perché “risulta permanere un margine di discrezionalità in capo alla amministrazione nella scelta del contraente privato“. È infatti il Sindaco, dopo la scrematura dei partecipanti operata dalla Commissione esaminatrice, a sottoporre a colloquio gli aspiranti alla carica dirigenziale e poi a decidere su chi occuperà la funzione.

Ecco, allora, che il Comune di Terracina deve essere condannato a ripetere le operazioni di scelta del candidato alla carica di Dirigente all’Urbanistica. L’Ente è anche condannato alla refusione delle spese di lite nei confronti di Romagna per 2.660 euro oltre iva e altri oneri.

Ora, si apre un’altra partita. Il Sindaco Tintari dovrebbe ascoltare a colloquio Romagna e nel caso affidarle la Dirigenza dell’Urbanistica oppure respingere la candidatura, motivando per quale ragione non sia ritenuta competente per il ruolo l’attuale funzionaria del Comune di Terracina. Sempre che non si decida, da parte dell’Ente, di appellare l’ordinanza del Giudice del Lavoro.

C’è di più perché il Comune o lo stesso Sindaco potrebbero trovarsi costretti a pagare gli stipendi già liquidati all’ormai decaduto Dirigente all’Urbanistica Roberto Biasini che, secondo l’avvocato Mignano, ammonterebbero a circa 100mila euro, oltreché, eventualmente, la stessa cifra non liquidata all’unica legittimata a partecipare all’avviso, ossia la funzionaria Romagna. Un fronte piuttosto spinoso per cui si potrebbero aprire le porte e le lenti della Corte dei Conti.

A margine, ed elemento bizzarro di tutta la vicenda, è che sia Romagna che Biasini, nei confronti del quale la funzionaria ha intentato causa, risultano co-imputati nel processo per lottizzazione abusiva alla ex Pro-Infantia.

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