DISCARICA DI LA COGNA: PROVINCIA INDIVIDUA RESPONSABILE DELL’INQUINAMENTO. È LO STESSO DI 20 ANNI FA

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Aprilia, discarica di Via Savuto, località La Cogna
Un'altra immagine dalla discarica di Via Savuto, località La Cogna

Discarica di La Cogna ad Aprilia: la Provincia stabilisce un provvedimento con cui ordina la bonifica del sito a un privato

Abortito il progetto di bonifica/discarica della società Paguro srl (sul cui diniego pende un ricorso al Tar contro gli enti pubblici tra cui Regione, Provincia e Comune), riconducibile al patron Fabio Altissimi di Rida Ambiente srl (l’impresa che gestisce l’impianto di trattamento meccanico biologico di Aprilia), un nuovo provvedimento della Provincia di Latina fa riemergere il problema annoso del sito di Via Savuto che, al di là di dispute e conferenze dei servizi, rimane inquinato.

L’ordinanza firmata dal Dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Latina Antonio Nardone rischia, però, di rimanere su carta – e avere involontariamente anche i tratti della beffa farsesca – anche perché se la bonifica di un sito inquinato da anni non è stata compiuta né da enti pubblici né da privati possessori dei terreni, appare quantomeno difficile che, ora, sia un solo uomo ad adoperarsi.

Ad ogni modo, da norma, avendolo individuato, la Provincia ha redatto il suo provvedimento che ordina al signor Bireno Sgherri (si chiama così) a dare integralmente corso, nel termine di 30 giorni a decorrere dalla data di notifica del provvedimento emesso oggi, 4 luglio, dal Settore Ambiente, alle procedure di bonifica sulla base degli esiti della caratterizzazione di cui al “Rapporto di caratterizzazione ambientale per il Sito LT008_D Ex Cava in Loc. La Cogna, Comune di Aprilia (LT)”.

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L’atto della Provincia chiede anche alla Paguro srl, quale proprietario “non responsabile”, di verificare la necessità di adottare altre misure emergenziali finalizzate a scongiurare che la contaminazione in atto
si espanda nel terreno o nella falda in attesa dell’esecuzione di interventi definitivi di bonifica del sito. E, inoltre, il provvedimento chiede al Comune di Aprilia di verificare se ricorrano i presupposti di straordinarietà e urgenza, nonché di effettivo e concreto pericolo per la salute e/o l’incolumità pubblica, che richiedano, in via del tutto eccezionale, delle ordinanze contingibili e urgenti che impongano, anche al proprietario “non responsabile” determinati obblighi di intervento al fine di fronteggiare situazioni di inquinamento.

Tutto amministrativamente corretto, ma sarà efficace? I dubbi sono molti. E ancora: in che modo si arriva al signor Bireno Sgherri? Come ricorda la Provincia di Latina, il sito dell’ex cava di Via Savuto è stato oggetto di attività di discarica incontrollata per rifiuti. Nel febbraio 1989 è stata accertata dai Carabinieri della Compagnia di Aprilia la presenza di rifiuti lungo il margine della strada e l’affioramento dal terreno di liquido maleodorante riconducibile a percolato di rifiuti industriali e urbani.

La situazione di inquinamento è stata riconosciuta e classificata con l’inserimento di Via Savuto tra i siti definiti ad “altissima priorità” ed inseriti all’interno del Piano Regionale delle Bonifiche dei Siti Contaminati del Lazio.

Successivamente, a maggio 2016, come noto, il sito viene acquistato dalla Paguro srl che viene a conoscenza della contaminazione dei luoghi ed ecco perché, a giugno 2019, la stessa società ha presentato un “piano di caratterizzazione” approvato da Comune di Aprilia e Provincia di Latina.

Ad agosto 2020, la società privata Paguro srl ha trasmesso il “Rapporto di caratterizzazione ambientale per il Sito, dichiarando che “l’elaborato tecnico in questione reca, in conformità alle richieste di ARPA Lazio, le risultanze delle attività di caratterizzazione esperite sul sito”. I campionamenti sono stati compiuti su acque sotterranee, terreni, materiali di riporto e rifiuti”. Inoltre “le misure di prevenzione adottate, in attuazione di quanto disposto dalla Procura della Repubblica di Latina con il
decreto di dissequestro del sito, – scriveva Paguro srl nell’agosto 2020 alla Provincia di Latina – assolvono agli obblighi incombenti nella sua qualità di proprietario/interessato non responsabile”.

Le analisi eseguite sui campioni di acque sotterranee, terreno, materiali di riporto e rifiuti hanno restituito superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC). In poche parole, si è alla presenza di un sito inquinato. A febbraio 2022, succede che il legale della Paguro srl espone, come risulta agli atti della Provincia, di come “il terreno sito in loc. La Cogna, Via Savuto, già nel 1988 era stato individuato come interessato dall’abbancamento di rifiuti, ed era già stato sottoposto a sequestro dalla Polizia Giudiziaria in data 24 febbraio 1989 proprio in ragione dell’avvenuto rinvenimento di un deposito incontrollato di rifiuti. La descrizione dello stato dei luoghi contenuta nel provvedimento ablativo del 1989 era assolutamente sovrapponibile alla situazione riscontrata dalla Polizia Giudiziaria in data 23 agosto 2016 e che aveva determinato il sequestro dell’area“.

“L’allora proprietario del terreno – si legge ancora nella missiva dell’avvocato della Paguro srl risalente alla data di febbraio 2022 – aveva indicato nell’affittuario dell’area, Sig. Bireno Sgherri, il responsabile della realizzazione della discarica abusiva e già nel 2004 il Comune di Aprila aveva adottato una iniziativa giudiziaria nei confronti dello stesso, affittuario nel periodo compreso tra il 1971 ed il 1992 (anche se la condotta illecita di abbancamento dei rifiuti era cessata nel 1989), finalizzata al recupero delle somme necessarie alla bonifica dell’area”.

Al che la Provincia di Latina, pur non avendo avuto riscontro dalla Procura di Latina, ha verificato con il Comune di Aprilia, che ha prodotto documenti con cui si evince che il Sig. Bireno Sgherri è stato utilizzatore del sito in qualità di affittuario dal 1971 al 1992 e lo stesso risulta già diffidato alla esecuzione degli interventi di bonifica con atto dell’ente di Piazza Roma (Comune di Aprilia) risalente al 23 giugno 2003.

Dunque, dopo quasi venti anni, un altro ente pubblico si rivolge al signor Bireno Sgherri per procedere alla messa in sicurezza di una cava talmente inquinata per cui anche il Settore Ambiente della Provincia deve scrivere che “il fenomeno inquinante” è di natura “dinamica. Tradotto: ancora in corso e suscettibile di aggravamento.

Basterà un atto del genere per arrivare a capo di qualcosa per cui enti e il privato hanno condotto persino una conferenza dei servizi sanguinosa da cui, irrimediabilmente, è uscito fuori l’ennesimo ricorso amministrativo? La risposta è scontata.

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