“Acqualatina inutilmente energivora a danno degli utenti, mentre è dichiarata la calamità naturale per la siccità le perdite restano al 71%”. L’intervento di Patrizia Menanno, Marcello Di Marco e Francesco Carta dell’Associazione Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine
“L’inizio del 2022 ci ha riservato un fortissimo aumento del prezzo di gas ed energia elettrica. Famiglie ed imprese sono costrette a rivedere i propri budget di spesa in base ai rincari. I provvedimenti arginativi del governo sono destinati ad attenuare solo in parte il disagio economico. Sprecare energia è sempre stato un fatto deprecabile, ma sciuparla in queste circostanze è un atto irresponsabile.
Le dispersioni di acquedotto nelle reti di Acqualatina, pari a circa il 71% di media per tutto l’ATO 4, a causa del costo dell’energia elettrica che viene sprecata per pompare l’acqua che poi si perde, si riverberano pesantemente sull’importo delle fatture e, quindi, sulle tasche degli utenti.
Che gli importi non siano affatto trascurabili ce lo dice il gestore stesso quando, nei suoi periodici report, evidenzia i costi energetici sopportati. Nel 2020 sono stati complessivamente pari a 21 milioni di euro circa, di cui 15,6 milioni relativi alla sola gestione dell’acquedotto.
Se le perdite di rete fossero meno ampie, allineate a quelle medie nazionali (35/40%), il risparmio energetico sarebbe evidente. Stiamo parlando di 4/5 milioni di euro all’anno e di quasi cento milioni di euro nei venti anni di gestione di Acqualatina. Questa si va sempre più contraddistinguendo come azienda energivora, i cui costi elettrici in bilancio superano abbondantemente tutti gli altri e lo stesso costo del personale.
Il trend dei consumi energetici è purtroppo in salita, essendo passati dai 15,7 milioni circa del 2010 agli attuali 21 milioni di euro. Con buona pace della transizione ecologica, della sostenibilità ambientale, del contrasto allo spreco delle risorse e dello stesso inquinamento atmosferico, per la probabile produzione di energia elettrica da fonti fossili.
Anche la grancassa mediatica orchestrata per strombazzare i risultati della campagna di recupero delle perdite fisiche viene smentita dai dati del bilancio idrico (rapporto tra mc fatturati e mc immessi in rete), riportati nei periodici report di Acqualatina. Era del 29% nel 2005; è stato del 29% nel 2015 ed è del 29% nel 2020.
A fronte di tutto ciò cosa fa il Gestore? Con la dichiarata intenzione di contrastare eventuali siccità future e/o fenomeni di torbidità, propone di immettere nuova acqua, prelevata a Fondi, nella rete colabrodo del sud Pontino, peraltro già implementata nelle portate dall’acqua dell’Acerbara e della condotta di Cellole. Il collegamento avverrebbe attraverso le montagne di Itri, con un percorso di circa 23 km. Si tratta di mettere in rete 500 l/s e di spingere l’acqua, attraverso gruppi di pompe, fino a raggiungere la quota altimetrica critica di 340 metri. Acqualatina valuta che i costi energetici saranno più alti di oltre il 50% rispetto al resto della rete (vedi Report dell’11 giugno 2020).
Investire 18 milioni di euro (a tanto ammonta la spesa prevista) per immettere nuova acqua nella rete colabrodo del sud pontino, dove le perdite superano la media del 71% dell’ATO, significa accettare le dispersioni e rinunciare alla sostituzione delle condotte ammalorate. Complice l’elevata età media delle tubazioni, i comuni dell’ATO, alla fine del periodo di gestione di Acqualatina (2032), si troveranno a che fare con un patrimonio di condotte idriche obsolete e da sostituire. Ciò, in caso di gestione diretta, comporterà ingenti investimenti non compatibili con i bilanci comunali, con buona pace dell’acqua pubblica; in caso di affidamento ad un nuovo gestore depotenzierà il potere contrattuale dei comuni stessi, con gravi ripercussioni (in entrambi i casi) sulle tariffe.
Per tutti questi motivi la scrivente associazione chiede
- che la riduzione delle dispersioni idriche, attraverso il rinnovo programmato delle reti, costituisca la priorità assoluta nei piani d’investimento del Gestore;
- che sia abbandonato il progetto di collegamento Vetere-Gaeta. Nel suo Report dell’11 giugno 2020 Acqualatina asserisce che l’opera di collegamento con la sorgente di Vetere “creerà una flessibilità e ridondanza del sistema idrico necessaria per la dismissione momentanea della centrale in caso di torbidità, carenza idrica e/o manutenzioni”. I tempi che corrono non permettono ridondanze, ma solo sistemi efficienti e privi di sprechi;
- che siano sterilizzati i costi energetici in bolletta per l’inutile sollevamento dell’acqua destinata a perdersi, per la parte eccedente la percentuale media nazionale (circa 35/40%) di dispersione idrica”.