Dal Comune di Latina, un comunicato sul Porto Canale di Rio Martino che lascia quantomeno perplessi.
Nel dare conto di una riunione che si è svolta in Regione Lazio, ancora la certezza di un nulla di fatto.
“Si è svolto questa mattina presso gli uffici della Regione – scrivono da Piazza del Popolo – un incontro fra gli enti interessati dalla questione del porto canale di Rio Martino: Regione Lazio, Provincia di Latina, Comuni di Latina e Sabaudia e rappresentanti del Demanio. È stato fatto il punto della situazione sullo stato dell’opera, in particolare gli enti intervenuti hanno condiviso la volontà di procedere a una valutazione degli oneri da sostenere al fine di rendere il porto canale fruibile – e dunque funzionale e sicuro – il prima possibile“.
E magari qualcuno potrà ricordare ai rappresentanti politici del Comune e degli altri enti che il Porto Canale è stato collaudato a luglio 2018, e pure in pompa magna, e allora si diceva che subito sarebbe stato fruibile e dunque funzionale e sicuro, tanto per utilizzare gli stessi aggettivi dell’ufficio stampa comunale.
“L’Amministrazione provinciale svolgerà funzione di coordinamento tra i Comuni di Latina e Sabaudia in questa fase di quantificazione dei costi e di valutazione di sostenibilità degli stessi. Al vaglio c’è anche l’ipotesi di procedere a un avviso pubblico per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse per la gestione di Rio Martino da parte di operatori economici i quali potrebbero impegnarsi a eseguire tutte le opere necessarie al completamento del porto turistico. Il prossimo incontro è previsto per il 23 aprile“.
Ora, ci fosse un alieno a leggere potrebbe pure pensare che ci sono enti capaci, pronti e sempre sul pezzo. E pure parsimoniosi col denaro pubblico. Peccato che però la storia è diversa, e parlare di vaglio dei costi per tale progetto sarebbe come pensare al treno a vapore quando sei già su un’auto a guida automatica. Sì perché il progetto del porto di Rio Martino è vecchio come il mondo, risale addirittura alla seconda metà della anni ’80 firmato dagli ingegneri D’Arcangeli, Zampilloni e Pittori, revisionato a marzo del 2005 (vedi Progetto Rio Martino revisione 2005) e completato dall’ultima edizione del progetto definitivo generale del 2012 firmato dall’attuale responsabile del Servizio Concessioni dell’ufficio Viabilità della Provincia di Latina, il geom. Alessandro Giglio, e dall’ex funzionario della Provincia di Latina, l’ing. Americo Iacovacci (poi coinvolto nell’inchiesta Touchdown in vicende di corruzione e appalti pilotati relativamente alle gare gestite dall’amministrazione provinciale, patteggiando la pena a due anni di reclusione).
Già nel lontano 2009, fu stipulato l’accordo di programma tra Regione Lazio, Provincia di Latina, Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali) e il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio. Lo stanziamento complessivo fu di 19 milioni di euro divisi in tre stralci. Altro che vaglio di costi, c’era già tutto l’iter segnato. Da quel 2009 hanno visto la luce i primi due stralci dell’opera complessiva, con gli investimenti, sul totale dei 19 milioni di euro, di circa sette milioni tra primo stralcio (1,3 milioni di euro) e secondo stralcio (5,2 milioni di euro, escluse le spese di progettazione) erogati dal Mibact, più qualcosa da Provincia e Regione.
L’unica domanda che avrebbero dovuto farsi gli enti riuniti quest’oggi era molto semplice: dove è finita la somma di 1,2 milioni di euro non spesi per il secondo stralcio? Sono tornati indietro, questo è certo, ma allora di cosa parlano? Di vaglio dei costi?
I soldi sono già avanzati e considerare una diversa rimodulazione significherebbe calcolare di nuovo qualcosa che si è già quantificato 10 anni fa, col rischio di dover aggiungere altro tempo al tempo per un nuovo stanziamento, comprese le possibili manine che aumentano i costi e inclusi i conseguenti step esecutivi.
Quanto, come recita il comunicato del Comune di Latina, all’ipotesi di procedere a un avviso pubblico per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse per la gestione di Rio Martino: sono anni che si sa che è la Regione Lazio a dover procedere a mettere a gara la gestione di Rio Martino. C’era bisogno di fare un tavolo per dire che si ipotizza una cosa che da settimane viene quasi sbandierata nei comunicati di politici di ogni colore, anche per sgravare di ogni responsabilità la Provincia di Latina che invece si era completamente defilata (d’altra parte c’erano le elezioni provinciali e bisognava rimanere quieti con l’ente più deciso dai giochi di palazzo)?
Insomma, dal porto canale la storia si ripete, e di sicuro c’è solo una situazione paradossale. Forse, il primo porto diventato cattedrale nel deserto nel centro-sud.