Corruzione al porto di Gaeta: arrivano nuove assoluzioni nell’ambito del procedimento denominato “Porto Sicuro”
Occorre attendere 90 giorni per conoscere le motivazioni con le quali la III° Sezione penale della Corte di Appello di Roma, presieduta dal Giudice Bruno Iannolo, a latere Patrizia Campolo e Angela Tursi, all’udienza odierna, dopo circa tre ore di camera di consiglio, ha rigettato l’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Cassino e, in parziale riforma della sentenza del Tribunale Collegiale di Cassino, ha assolto Franco Spinosa, già Dirigente dell’Autorità di Sistema Portuale sede di Gaeta, dall’unico reato per il quale era intervenuta condanna in primo grado (4 mesi pena sospesa), ossia per rivelazione di segreto di ufficio, oltre ad aver revocato ogni conseguente statuizione civile di condanna.
Il Tribunale collegiale di Cassino, con sentenza del 6 febbraio 2020, aveva assolto tutti gli imputati, oltre alle società alle quali gli stessi facevano riferimento ed attraverso le quali avrebbero tenuto le condotte incriminate, dal corposo numero di imputazioni loro ascritte, che andavano dalla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio all’abuso d’ufficio, alla rivelazione del segreto di ufficio ad una serie di condotte volte alla turbativa d’asta, falsi in atto pubblico, eccetto un’unica imputazione che attingeva Spinosa per rivelazione di segreto di ufficio in occasione dell’indizione di una seduta del comitato portuale nel marzo del 2014, per la quale il dirigente è stato condannato a quattro mesi di reclusione ed alle conseguenti statuizioni civili.
Leggi anche:
GAETA. “PORTO SICURO”: TUTTI ASSOLTI DALLE ACCUSE DI CORRUZIONE E REATI AMBIENTALI
Il Pubblico Ministero del Tribunale di Cassino Alfredo Matteo, che in sede di requisitoria aveva chiesto per gli imputati principali condanne dai sei anni ai sette anni e mezzo di reclusione, aveva proposto l’appello contro la sentenza del Collegio ciociaro presieduto Massimo Capurso, e composto dai magistrati Olga Manuel e Marco Gioia, chiedendo l’integrale riforma della sentenza assolutoria, e reiterando le richieste di condanna avanzate in primo grado.
Dopo la sentenza di primo grado, hanno proposto appello anche i difensori di Franco Spinosa, gli avvocati Vincenzo Macari, Alfredo Zaza d’Aulisio e Matteo Macari, chiedendo l’assoluzione anche per l’unico capo per il quale era intervenuta condanna.
All’udienza odierna, la Corte di Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Cassino, ha assolto Spinosa anche dall’unica imputazione per la quale in prime cure era stato condannato, con la formula perché il fatto non sussiste, oltreché a vedersi revocare le statuizioni civili conseguenti alla condanna.
Per il resto, la Corte, recependo integralmente le copiose motivazioni difensive offerte dal nutrito collegio di difensori composto, nel complesso, dagli avvocati Chiara Ognibene, Maurizio Bazzoli, Alfredo Zaza d’Aulisio, Vincenzo Macari e Matteo Macari, ha respinto integralmente l’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Cassino e confermato la sentenza assolutoria del Tribunale di Cassino per tutte le imputazioni interessate dall’appello.
“Ci son voluti ben sette anni affinchè io sia stato integralmente restituito alla mia dignità di pubblico funzionario e fedele servitore dello Stato – fa sapere Franco Spinosa – ora, finalmente, dopo anni di ingiuste tribolazioni, l’incubo sembra essere finito”.