Spiagge sul litorale di Sabaudia: i concessionari perdono una causa la Tar contro il Comune che classifica gli arenili di Serie A
Sembrerebbe un controsenso. I concessionari balneari che gestiscono le spiagge ricorrono al Tar perché non vogliono la promozione in Serie A e preferiscono che i beni da loro gestiti – ossia le spiagge – rimangano in serie B.
È questo grossomodo il senso del ricorso presentato al Tar da diversi concessionari balneari – da Saporetti a Carbonelli, in tutto una quindicina – che si sono opposti all’atto del Comune di Sabadua con cui l’Ente stabiliva, tramite una delibera di Giunta risalente al 2014, la nuova classificazione delle spiagge: da categoria B a categoria A, secondo una legge regionale che stabiliva la valenza turistica delle aree demaniali e degli specchi acquei.
Una sorta di promozione non ben vista in quanto per i concessionari significherebbe pagare di più in termini di canone demaniale. E non che gli stessi concessionari, secondo i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina che hanno passato in rassegna i pagamenti nell’Inchiesta “Dune”, fossero già dei campioni nel corrispondere il canone al Comune di Sabaudia.
I concessionari hanno opposto al Comune dinanzi al Tar la circostanza per cui la crisi del settore avrebbe dovuto influenzare negativamente l’ingresso nella nuova classificazione di tipo A del litorale. Ma per i giudici amministrativi vigono, invece, tutti i criteri per il salto di qualità e canone maggiorato, a cominciare dal fatto che sul Comune di Sabaudia sventola da anni la cosiddetta Bandiera Blu, oltreché a buona viabilità per raggiungere le spiagge.
Secondo il Tar, quindi, che esclude anche la motivazione portata dai ricorrenti su un possibile rischio naturale, essendo l’area di pregio, la spiaggia è di Serie A con i conseguenti canoni connessi a tale tipo di classificazione stabilita dalla Regione Lazio.
