“Il concorso per i futuri professori di scuola superiore? Una barzelletta”. Così la coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, commenta quanto sta accadendo dal mese di marzo con le prove scritte del concorso ordinario per il reclutamento del personale docente della scuola secondaria
Al sindacato sono arrivate tantissime segnalazioni di errori nei quesiti e mancata attinenza delle domande ai programmi su cui i candidati si sono preparati già dal 2020. “Siamo ben lontani dalla serietà e credibilità che dovrebbe avere una procedura di assunzione del personale – afferma la Giovannini – tanto che lo stesso Ministero ha riconosciuto in questi giorni alcuni di questi errori: per la classe di concorso A060, per esempio, e per il sostegno nelle scuole medie con quesiti nelle prove per cui non sono state previste risposte corrette tra le quattro opzioni proposte”.
“Lo scritto – ricorda la Gilda – è stato trasformato nel dicembre 2021 con apposito decreto in una prova con 50 quiz i cui contenuti ancora oggi non sono del tutto chiari, nonostante le rassicurazioni date a suo tempo dal Ministero per cui tali contenuti avrebbero dovuto rispettare il programma previsto dal bando originario del 2020”.
“Il Ministero – prosegue la sindacalista – sta cercando di metterci una pezza attribuendo, nei due casi segnalati, due punti per qualsiasi risposta, anche qualora non fosse stata espressa. Tuttavia, resta l’errore marchiano, sintomo della scarsa attenzione e scarsa trasparenza con cui una fantomatica commissione nazionale ha proceduto. Tutto ciò è esito del mancato confronto con le parti sociali e professionali. Sicuramente sta pesando anche il fatto che le commissioni d’esame non sono stabili e non sono state chiamate a controllare le prove da somministrare. Oltretutto si contano, in corso d’opera, dimissioni continue di commissari e difficoltà a sostituirli. Se fossero state predisposte, com’era in passato, commissioni ad hoc selezionate a monte, con docenti esonerati dal servizio per il tempo necessario allo svolgimento del concorso, non ci troveremmo in questa situazione che ha del grottesco, con ritardi assurdi, errori e pressappochismo».
La Gilda è pronta ad accogliere tutti coloro che vogliano denunciare o ricorrere contro questo stato di cose, per cui sta mettendo a disposizione l’ufficio legale. “Una prova a quiz è già di per sé impropria e inadatta a valutare le conoscenze e le competenze, ancora di più quando si tratta di reclutare futuri insegnanti”.
“L’ultima proposta avanzata dal ministro Bianchi – spiega Giovannini – non ha alcun collegamento con le proposte già all’attenzione del Senato, tra cui quella presentata dalla Gilda. È stata partorita non si sa da quali presupposti né con quali finalità. Questo è il modus operandi del nostro Ministero: completamente slegato dalla realtà, dalle esigenze e dalle conoscenze del settore, sordo alle istanze della categoria rappresentate dalle sigle sindacali e talvolta anche a quelle parlamentari. Un ministero che agisce in questo modo non fa il bene della scuola, semmai la affossa. Ma non resteremo a guardare”.