Il Viminale, con una decisione attesa e senza precedenti, ha bloccato la presentazione del libro La Casalese – Operazione Spartacus di Antonella D’Agostino, ex moglie del criminale Renato Vallanzasca, e del film che ne è stato tratto, prevista per il 26 marzo presso la struttura per ricevimenti Villa Caribe di Spigno Saturnia. Il film è stato prodotto dalla Roxyl Music&film di Angelo Bardellino, pluripregiudicato nipote di Antonio, già capo del clan dei Casalesi, e dalla Lindy Hop production (risulta esserci anche il coinvolgimento di Lele Mora, secondo una testimonianza rilasciata a La Stampa). Una notizia in seguito alla quale avevamo chiesto immediatamente l’intervento del Prefetto di Latina Trio e oggi il ministero dell’Interno ha preso la decisione dopo l’intervento della Questura di Latina, delle forze dell’ordine e della stessa Prefettura. Una decisione rilanciata anche dal presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra – che ringraziamo – che ha ricordato la nostra richiesta, segno di un interesse importante e quanto mai necessario come adesso, dopo decenni di negazionismo e silenzio, per il sudpontino e il Golfo di Gaeta.
Eppure, dopo il comunicato stampa arrivato ieri, che annunciava l’evento di presentazione, non c’è stata come ci si aspettava, la reazione della politica o delle comunità locali, “perché per decenni – citiamo Morra – si è di fatto permesso di credere che la cultura mafiosa fosse ammissibile, anzi la migliore” e ancora oggi quella cultura è parte integrante della paura, dell’omertà e della collusione di chi resta in silenzio. Nel corso della settimana, allo stesso modo, alcuna parola di sostegno o di vicinanza è arrivata nè dalla politica nè dalle istituzioni nei confronti della 33enne vittima della brutale aggressione da parte di un altro esponente della famiglia Bardellino, Gustavo, che ha colpito ripetutamente la donna, causandogli fratture multiple al volto e un lungo intervento di riduzione delle ferite: 41 giorni di prognosi. L’uomo è stato arrestato.
L’iniziativa, fa sapere il ministero, “vede la famiglia Bardellino in prima linea: a organizzare l’evento è una società legata ad Angelo Bardellino, pluripregiudicato nipote di Antonio (già capo del clan dei Casalesi)”. Insomma i Casalesi che fanno un film su loro stessi, passando per il libro di una donna moglie di uno dei criminali più efferati della storia italiana: opere il cui messaggio di fondo è chiaro e inaccettabile: «L’impossibile scelta di una donna – si legge nelle lettere inviate dalla Lindy Hop per i patrocini (riporta La Stampa) – stretta tra la difesa dei propri affetti, di suo figlio e la minaccia di forze che potrebbero distruggere la sua vita, tra malavita e falso pentitismo». Un messaggio che non faticava a spiegare “poeticamente” la stessa autrice del libro, sottolineando come la protezione per i pentiti sia un cattivo messaggio da impartire, come spiega nel video a seguire, e poi “basta a parlare sempre di Camorra”. Un film sulla Campania, ricorda l’autrice, che però non dimentica di citare il Golfo di Gaeta. E, d’altra parte, lo diceva Carmine Schiavone che il Golfo era provincia di Casale.