Cloruro di vinile nella zona prossima alla Centrale Nucleare di Borgo Sabotino: chiusa conferenza servizi, approvato progetto di bonifica
Da circa sette anni, nella zona di Borgo Sabotino molto prossima alla ex centrale nucleare di Latina è vigente il divieto di utilizzo dell’acqua emunta dai pozzi.
Pare che – come veniva riporta in un articolo di Latina Tu nel novembre 2019 – nel perimetro della centrale nucleare che sorge proprio nell’area di quello che fu Passo Genovese sia stato seppellito del materiale inquinante che nel degradarsi abbia contaminato i giacimenti idrici millenari che si trovavano in maniera perpendicolare sotto a questi interramenti. La sostanza di cui si parla è il cloruro di vinile, composto organico clorurato ritenuto cancerogeno dalle autorità sanitarie, anche se alcune interpretazioni scientifiche mettono in dubbio che sia proprio il cloruro di vinile a cagionare gli inquinamenti di falda, pure se è quella la sostanza ad esser stata rilevata in maniera anomala nei monitoraggi.
Ora, con una determina firmata il 4 marzo scorso dal Dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Latina Paolo Cestra, l’ente di Piazza del Popolo prende atto delle risultanze della Conferenza dei Servizi che si è conclusa il 14 dicembre scorso, pressoché passata inosservata al grande pubblico.
Il Comune di Latina approva, quindi, il documento denominata “LT SA 00141″, ossia il Progetto Operativo di Bonifica – Fase 1) relativo al sito della Centrale Nucleare di Borgo Sabotino, in via Macchiagrande, gestito, come noto, dalla So.G.I.N. S.p.a. Un documento che la stessa Società, responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani (il cosiddetto decommissioning) e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, è stata obbligata a trasmettere in ragione del parere di Arpa Lazio emesso lo scorso 14 dicembre 2021. Vedremo in seguito cosa dice. Lo stesso ente comunale autorizza la Sogin a bonificare l’area interessata dall’inquinamento da cloruro di vinile.
La storia di questo elemento altamente inquinante trovato nell’area di Borgo Sabotino parte nel 2014 quando fu approvato dal Comune di Latina il Piano di Caratterizzazione relativo all’area della Centrale Nucleare di Borgo Sabotino. Per piano di caratterizzazione si intende lo studio che serve a comprendere se un’area sia inquinata o meno, analizzando tutto ciò che si trova in un terreno, una falda acquifera o altro.
A dicembre 2015, fu approvato il documento chiamato Analisi di Rischio con cui si cadenzavano i monitoraggi necessari a capire il superamento delle soglie di contaminazione da cloruro da vinile o altre sostanze inquinanti.
Un anno fa, ad aprile 2021, la So.G.I.N. S.p.a. ha comunicato al Comune, alla Regione Lazio, alla Provincia di Latina, all’Arpa Lazio Latina e al Prefetto Falco che, nell’ambito dei monitoraggi trimestrali delle acque sotterranee, effettuati nel mese di marzo precedente, in ottemperanza delle prescrizioni derivanti dal documento Analisi di Rischio, “è stato riscontrato il superamento delle CSC (ndr: concentrazioni sogli di contaminazione) per il Cloruro di Vinile al POC LAT. 12 e che il suddetto superamento è stato poi confermato con una ulteriore attività di campionamento del suddetto piezometro, prelevato il 7 aprile 2021, il quale ha restituito un valore di concentrazione di Cloruro di Vinile pari a 3,56 µg/l”.
Ecco perché, a maggio 2021, il Comune ha convocato la conferenza dei servizi summenzionata, apertasi e conclusasi poi il 14 dicembre del 2021, che ha portato a chiedere alla Sogin di elaborare il progetto di bonifica, considerato il livello di inquinamento raggiunto e causato dal cloruro di vinile nell’area a Borgo Sabotino.
Alla Conferenza dei Servizi del 14 dicembre 2021 hanno partecipato, con i loro pareri, la Provincia di Latina e Arpa Lazio. La Provincia di Latina si è di fatto rimessa al parere di Arpa Lazio.
La stessa Conferenza ha approvato gli interventi proposti nel documento Progetto Operativo di Fase 1), concordando di aggiungere ai POC LAT1, LAT12 e LAT13 i POC, proposti dalla società, anche LAT21, LAT22 e LAT23 posti al confine sud-ovest con l’abitato del Consorzio di Santa Rosa, nonché il prosieguo del monitoraggio della falda presso il sito, includendo i piezometri LAT26 e LAT27.
Uno scenario di inquinamento diffuso, per di più aggravato negli anni che si è spinto praticamente a ridosso del litorale: il Consorzio di Santa Rosa, infatti, si trova proprio a Foce Verde. A testimoniarlo è il parere dell’Arpa Lazio inserito nella conferenza dei servizi apertasi e conclusasi il 14 dicembre scorso, con cui l’Agenza ambientale regionale scrive parole di pietra sull’inquinamento da cloruro di vinile e su Sogin.
L’Agenzia ha in sostanza ribadito quanto già espresso ad aprile 2015, poco prima che fosse approvato il documento Analisi di Rischio, circa le perplessità riguardo ai valori molto elevati che si propongono come Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) per il sito in questione. “Tali concentrazioni – scrive Arpa a dicembre 2021 – se dal punto di vista sanitario non generano rischio, dal punto di vista ambientale non possono creare dubbiosità circa la protezione della risorsa idrica e probabilmente le stesse non consentirebbero il rispetto delle concentrazioni soglia di rischio ai punti scelti come Punti di Conformità (POC) per il sito LAT1, LAT12 e LAT13 come si rileva, tra l’altro, da questa ultima elaborazione dell’Analisi di Rischio nei POC individuati LAT 22 e LAT 23 dove non si ha il rispetto delle CSC”.
Arpa Lazio, però, ha voluto sottolineare di non condividere l’approccio della Sogin di subordinare sia la realizzazione della prova pilota sia l’intervento di bonifica ai risultati dei monitoraggi previsti per il Sito, fino all’approvazione del documento. In particolare, l’Agenzia regionale non condivide “lo scenario di non prevedere alcun intervento sulla base dei risultati del più recente campionamento qualora tali risultati rilevino assenza di eccedenze delle CSC“.
Infatti, considerato il superamento delle soglie di rischio al POC LAT12, notificato dalla Sogin con nota del 16 aprile 2021, Arpalazio, sulla base dei più recenti monitoraggi, “ritiene opportuno procedere con urgenza ad un intervento full scale considerato il superamento delle CSC al POC LAT12 e le criticità rinvenute anche in passato nell’area in prossimità del consorzio S. Rosa”.
L’Agenzia ricorda, inoltre, quanto già espresso nel maggio 2018, “In riferimento alla contaminazione riscontrata al confine del sito nella zona in corrispondenza dei POC individuati LAT22 e LAT23, in prossimità dell’area esterna limitrofa al sito di proprietà Sogin e denominata consorzio Santa Rosa, si ritiene necessario porre in essere con urgenza ogni azione utile a contenere ed evitare la diffusione della contaminazione in attesa dell’approvazione del progetto di bonifica“.