Accusato di aver contraffatto un biglietto da Turista per sempre: l’uomo dopo anni è stato prosciolto dal Tribunale
Ha dell’incredibile la storia del 55enne di Sermoneta, Massimiliano Cenni, che a un passo da una vincita milionaria è finito per essere accusato di tentata truffa e ricettazione.
La vicenda inizia a luglio 2015 quando Cenni va all’Ufficio premi delle Lotterie nazionali a Roma avendo in mano un biglietto che gli consente di ricevere 200mila euro cash, oltre 15mila euro al mese per 20 anni e 100mila euro come “Tfr” alla fine del ventennio. Si tratta di uno dei biglietti vincenti del gioco “Gratta e Vinci – Turista per sempre”.
Il problema sorge immediatamente. L’ufficio controlla il tagliando e lo giudica contraffatto: si tratta di un falso. Per Cenni inizia la trafila giudiziaria: indagini, rinvio a giudizio e processo presso il Tribunale di di Roma.
L’operaio, difeso dall’avvocato Macor, ha sempre spiegato il perché di quel tagliando: l’uomo è solito recarsi fuori le tabaccherie e controllare i biglietti che vengono gettati via dalla gente che li compra e che sbadatamente non controlla se abbia vinto o meno. Ecco perché quel biglietto vincente, secondo la sua versione, è stato il frutto di una ricomposizione di un tagliando vincente che era stata strappato in quattro parti inopinatamente. E che lui aveva rimesso insieme meticolosamente. Per vincere, Cenni, è come avesse completato un puzzle.
Davanti al Tribunale di Roma, l’avvocato difensore ha spiegato che mai su quel biglietto, giudicato contraffatto da accusa e Lotterie nazionali (costituitasi parte civile), era stata compiuta una perizia che stabilisse se fosse artefatto o meno.
Il Tribunale capitolino è stato persuaso dalla spiegazione e ha assolto l’operaio 55enne perché il fatto non costituisce reato, a fronte di una richiesta di condanna per un anno e 6 mesi.