Clan Ciarelli: è morto il capostipite della nota famiglia di origine rom, originario del Molise aveva 77 anni
È morto Antonio Ciarelli presso il pronto soccorso dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina: morto per un malore nel primo pomeriggio di oggi 7 febbraio. Classe 1945, l’uomo era padre di Carmine, Ferdinando, Luigi e Antoniogiorgio. I prime tre considerati alla testa del sodalizio rom la cui base è sempre stata il quartiere del Pantanaccio a Latina; il quarto è stato recentemente rinviato a giudizio per l’omicidio di Massimiliano Moro.
Condannato più volte per armi, furto, usura e ricettazione, l’uomo è stato anche sottoposto a sorveglianza speciale e interdizione dai pubblici uffici. Fu coinvolto, nel ruolo di vittima, nel processo Anni 90, dal momento che aveva denunciato, più di venti anni fa, il boss di Castelforte Ettore Mediico per minacce ed estorsione salvo poi, a distanza di tempo, in sede processo, negare tutto e dichiarando di non ricordare.
A dicembre 2014, vi fu l’operazione più dura sul lato delle confische dei beni accumulati che colpì Antonio e tutti gli altri componenti della famiglia: interessati vari appartamenti tra via Andromeda, Via Monte Giove, Via Luna ,Via Dei Sabini, a Latina, e un altro in via Porticina a Norma.
La Questura di Latina, infatti, eseguì 15 ordinanze di sgombero emesse dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati nei confronti del capostipite e dei figli. L’operazione seguiva quella già effettuata il 21 novembre 2014, in cui fu notificata una prima tranche di ordinanze nei confronti di Antonio Ciarelli e gli altri.
Fu proprio Antonio a intentate alla Corte Europea un ricorso per evitare un’altra confisca di un’altra villetta sempre in Via Andromeda.
Considerato il peso simbolico dell’uomo, comunque fuori, dal punto di vista giudiziario, da tutti gli eventi criminogeni più rilevanti occorsi negli ultimi anni a membri del suo clan/famiglia, sono in piedi dalla parte della Questura valutazioni in merito al prossimo funerale. Probabili provvedimenti restrittivi da parte del Questore, così da evitare possibili manifestazioni ridondanti.