Riceviamo e pubblichiamo lo scrittore di una lettrice che interviene, da mamma e lavoratrice, sulla situazione di una scuola a Latina
“Sono la mamma di un bimbo che frequenta la 2° classe della scuola elementare Vito Fabiano di Borgo Sabotino – Latina. Siamo alla nostra quinta quarentena da settembre o meglio 4 quarentene ed ora dal 19 gennaio in isolamento preventivo con ultimo contatto con il caso positivo il giorno 17 gennaio e va da sé che la mattina del 22 erano già in Dad.
Inizia un odissea infinita…la situazione si complica alle elementari dove i bambini il prima possibile dovrebbero effettuare il tampone T0 e poi dopo 5 giorni il T5 perché le convocazioni non arrivano. Purtroppo la Asl è oberata dalla mole di tamponi e non riesce ad adempiere alla tempistica e sono passati così la bellezza di ben 9 giorni dall’ultimo contatto con il caso positivo ed il T0 paradossalmente diventerà un T….indefinito, forse la sorveglianza con testing ha fatto un buco nell’acqua.
Io come tanti genitori nel caos più totale, siamo anche lavoratori sicuramente per scelta ma non per piacere ma bensì per assicurare un futuro ai nostri figli che non stanno a casa da soli durante le quarentene infinite e non tutti sono nella condizione di potersi assentare continuamente e con una frequenza inaudita dal lavoro ed invece di avere un supporto ci ritroviamo imprigionati in un vortice burocratico.
Per non parlare della Dad, la scuola invia un link su meet e parte la videolezione tra problemi di connessione e di comprensione , tra un alzata di mano e l’altra ci siamo inventati maestre per quel frangente dei nostri piccoletti di 7 anni che non hanno le competenze per poter seguire in autonomia e così via con i compiti del pomeriggio, la casa e le faccende è passata un altra giornata di attesa.
Forse è tempo di rivedere la normativa, non abbassando la guardia affinché i nostri figli possano vivere la scuola nella piena totalità dell’esperienza formativa e noi genitori tornare a respirare ed avere la tranquillità di non perdere il lavoro per le continue assenze”.
Una mamma ed una lavoratrice