Liquami sversati e traffico illecito di rifiuti: l’imprenditore calabro, arrestato dalla Procura di Roma, è stato interrogato dal Gip Andrea Fanelli
L’imprenditore 51enne di Cosenza Giuseppe Borrelli indagato, a vario titolo, insieme ad altre 22 persone, di aver costituito un’associazione per delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti, altri delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato, oltreché ad altre ipotesi di reati di intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al Giudice per le indagine preliminari.
A riportare la notizia è la Gazzetta del Sud, con un articolo a firma di Luigi Cristaldi. Borrelli, difeso dall’avvocato Giorgio Pisani, ha preferito rimanere in silenzio considerata la mole degli atti d’indagine che ammontano a migliaia di pagine. La sua difesa non avrebbe ancora visionato tutti i documenti e si riserva di studiarli a fondo prima di muovere qualsiasi passo.
Il Giudice per le indagini preliminare di Roma Andrea Fanelli, su richiesta del sostituto procuratore della Procura capitolina Albero Galanti, ha firmato una corposa ordinanza che ha disposto diverse misure cautelari, per lo più verso persone originari della provincia di Cosenza ma operanti tra Roma, Pomezia, Ariccia e Aprilia, oltreché a un sequestro preventivo di beni mobili e immobili, per equivalenti, di circa 3 milioni di euro.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che ha coordinato le indagini, Giuseppe Borrelli sarebbe l’effettivo titolare delle società Moter srl, con sede ad Ariccia in Via di Mezzo e Eco-ter srl, con sede a Via Copenaghen a Roma, la prima delle quali aveva vinto l’appalto per lo smaltimento dei rifiuti liquidi provenienti dall’impianto Ex Kyklos, oggi gestito da Acea Ambiente in Via Ferriere ad Aprilia (impresa esercente il servizio pubblico di depurazione dei rifiuti urbani), da cui è partita la denuncia di irregolarità. Le attività di indagine, per quanto riguarda l’area pontina, sono state condotte dalla Squadra Mobile di Latina e dalla Polizia Stradale di Latina e Umbria, proprio a partire dalle prime osservazioni effettuate dal responsabile dell’impianto dell’ex Kyklos e da un dipendente dello stesso su eventuali irregolarità di smaltimento dei liquami prodotti dall’impianto apriliano.
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La società incaricata avrebbe dovuto trasportare i liquami alle discariche autorizzate per le procedure di smaltimento, gli elementi investigativi acquisiti fanno invece ritenere che la società sversasse i rifiuti liquidi su terreni o in pozzetti fognari della rete pubblica, senza il preventivo trattamento, apponendo sui formulari di identificazione rifiuti (F.I.R.) falsi timbri delle società autorizzate allo smaltimento dei liquami, allo scopo di attestare il “ciclo del rifiuto” ed ottenere i pagamenti delle prestazioni da parte di Acea Ambiente.