Processo per truffa e falso: si è svolta un’altra udienza del processo che vede sul banco degli imputati l’attuale consigliera comunale Lubiana Restaini e il medico Luca Poli
È un processo molto travagliato quello nei confronti della consigliera comunale di Roccagorga Restaini (Forza Italia), nonché coordinatrice della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Lazio. Iniziato a Latina, è stato poi trasferito a Roma poiché il reato contestato più grave, quello del falso a carico del medico Poli, sarebbe stato commesso nella Capitale. A Restaini è contestato falso e truffa ai danni del Comune di Cori, al medico il falso.
Come noto, si tratta di un procedimento penale iniziato anni fa (2015-2016) poiché l’allora Vigile di Cori Lubiana Restaini e il medico sono stati coinvolti in un’inchiesta in cui l’imputata odierna avrebbe presentato alcuni certificati medici al Comune di Cori, per patologie non veritiere, evitando così di recarsi a lavoro.
Ad oggi, il processo si svolge a Roma di fronte al Collegio del Tribunale presieduto dal Giudice monocratico Mario Erminio Malagnino. Stamani, 9 novembre, sono stati ascoltati in udienza un testimone della difesa di Poli che ha contestato la perizia della dottoressa Setacci disposta quando il processo si svolgeva ancora a Latina e un altro testimone di Restaini. A quest’ultimo è stato chiesto se avesse accompagnato, nell’anno oggetto del processo, l’allora Vigile del Comune di Cori in Ospedale. Il testimone ha risposto con una serie di “non ricordo”, il che equivale, a livello probatorio, a un colpo messo a segno dall’accusa.
Alla prossima udienza, rinviata per il prossimo 22 febbraio 2020, saranno ascoltati altri due testimoni della difesa – un’infermiera e un medico -, dopodiché il processo vedrà la discussione finale e si andrà a sentenza di primo grado.
Il Comune di Cori, parte civile nel processo, difeso dall’avvocato Luigi Imperia, chiede un risarcimento a Restaini per aver leso l’immagine della buona amministrazione. All’attuale consigliera comunale di Roccagorga, l’Ente chiede 11 mensilità (circa 15-16mila euro) per non essersi recata sul posto di lavoro.