Inquinamento ambientale nell’area di San Sebastiano a Castelforte: a quattro anni dal sequestro, i due imputati sono stati assolti
A gennaio 2017, le Fiamme Gialle del Gruppo di Formia, nel corso di un’attività infoinvestigativa, avevano scoperto a Castelforte, in una località che gli stessi militari definirono di difficile individuazione e di non facile permeabilità, denominata San Sebastiano, un’area di circa 2mila mq sottoposta a vincoli paesaggistici ed ambientali, di fatto utilizzata quale sito di stoccaggio di oltre 6mila tonnellate di rifiuti di ogni genere ed in particolare di quelli rientranti nella categoria dei rifiuti speciali.
L’area, a destinazione agricola e attigua a campi di coltivazione di ulivo, oltre al pascolo di animali da macello, identificata quale “oasi verde”, risultava essere stata indicats anni addietro dal Comune di Castelforte come luogo per il deposito dei rifiuti solidi urbani. Almeno fino al 1992.
I preliminari accertamenti eseguiti dai finanzieri formiani, con il supporto dei militari della sezione aerea di Pratica di Mare, permisero di rinvenire oltreché lo sversamento e l’interramento di diversi metri cubi di rifiuti di ogni genere anche la presenza di tracce di amianto derivanti dalla frantumazione di onduline di eternit. L’area fu sequestrata.
All’epoca dei fatti, furono denunciati e poi rinviati a giudizio il proprietario del terreno ed il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Castelforte per la violazione di reati in materia ambientale disciplinati dal D. L.vo 152/2006.
A distanza di quattro anni, e dopo diverse udienze, il Tribunale di Cassino ha assolto entrambi.