La Confail denuncia la mancata tutela dei lavoratori laziali in forza alle società private del 118. Mentre cresce la rabbia e lo sgomento, la consigliera regionale Francesca De Vito si schiera al loro fianco e chiede l’intervento dell’Assessore D’Amato
“Chiediamo un canale burocratico legale per tutelare i lavoratori del Lazio in forza alle società private del 118. Nel valutare positivamente le dichiarazioni del Governo riguardo la stabilizzazione a tempo indeterminato di tutti i sanitari, i tecnici, i medici entrati in servizio a tempo determinato in supporto del periodo pandemico, riteniamo altrettanto doveroso tutelare i lavoratori del servizio esternalizzato del 118 nel Lazio”.
A dichiararlo sono i rappresentanti di CONFAIL Vinicio Amici, segretario regionale e Alessio Elcani, segretario provinciale di Roma.
“Ci sono troppe domande per le quali è lecito aspettarsi delle risposte. Perchè non vengono fatti degli avvisi per titoli e colloqui come è stato fatto in ambito ospedaliero? Perchè i dipendenti del settore privato non vengono considerati anche loro in un processo di stabilizzazione? Parliamo di circa 1300 lavoratori dipendenti tra autisti, infermieri e barellieri, in forza ad oggi sulle ambulanze private, che da anni sono precari. Non hanno anche loro pieno diritto di poter avere una stabilità mentale ed economica, dal momento che lo Stato Italiano ha stanziato per la sanità 4 miliardi di euro?”
“Abbiamo chiesto alla Regione Lazio di venire incontro anche a questi lavoratori con degli avvisi dedicati. Siamo in attesa di risposte che però continuano a non arrivare, nel frattempo ci sono famiglie che rischiano di non vedere arrivare uno stipendio per colpa di una amministrazione che non vede e non considera gli sforzi fatti negli anni e in particolare nel periodo pandemico. Anzi oltre il danno anche la beffa – sottolinea CONFAIL – perché, come lavoratori privati, non è stato nemmeno percepito il premio Covid. Inoltre sono stati perpetrati soprusi consentendo un concorso di autisti scritto male e senza la richiesta di requisiti specifici o avallando modalità di reclutamento degli infermieri che sono stati assunti tramite graduatoria ospedaliera mentre sarebbe stato quanto meno auspicabile un concorso a loro dedicato. Il fabbisogno richiesto è di 619 operatori, un numero che accontenterebbe tutti gli autisti precari che per anni e in special modo nel periodo pandemico si sono prostrati con amore e coraggio a difesa della salute nazionale. Al momento, davanti alle promesse di avvisi per titoli e colloqui, ci siamo resi disponibili anche a demansionarci accettando di subentrare come barellieri o a tempo determinato come già accaduto in passato in occasione del Giubileo 2015”
CONFAIL si è seduta al tavolo più volte con la Regione Lazio e ha incassato l’appoggio della consigliera regionale di opposizione Francesca De Vito che si sta spendendo al loro fianco nella battaglia politica e mediatica.
“Ho più volte sollecitato risposte dall’Assessore D’Amato a seguito di miei atti in Regione Lazio. Anche in questo caso ho presentato una interrogazione in cui entro nel merito della questione. Oltre a non avere avuto risposte o averle avute non esaustive, devo rilevare anche contraddizioni nelle recenti dichiarazioni dell’Assessore D’Amato. Nel corso di un dibattito svoltosi sulla trasmissione di LA7 ‘L’aria che tira’ ha affermato che per entrare nel pubblico sono necessari concorsi mentre durante una visita svoltasi (successivamente?) all’Umberto I ha chiesto allo Stato di legiferare in merito ad una soluzione volta alla salvaguardia degli operatori assunti nel periodo Covid, senza concorso”.
I rappresentanti di CONFAIL e la consigliera De Vito si uniscono infine nel rappresentare perplessità sull’efficacia dell’azione in Regione dell’Assessore D’Amato.
“Alla luce di una recente apparizione dello stesso assessore alla trasmissione ‘Striscia la Notizia’ in cui si è rivelato ignaro tanto del problema dei blocchi ospedalieri, evidenziato nel servizio, quanto di altre situazioni che riguardano il concorso per gli autisti delle ambulanze, è lecito chiedersi se possa essere considerato all’altezza di gestire tutta la sanità laziale o se magari ritiene che il suo ruolo debba limitarsi alle presenze ai grandi eventi o essere di supporto alla campagna elettorale, ormai permanente”.