I carabinieri dei Nas hanno controllato 119 mense ospedaliere, sanzionando 43 attività. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 300 militari dei 12 nuclei antisofisticazione che hanno contestato 18 sanzioni amministrative per un importo totale di oltre 18.000 euro, avvertendo le competenti autorità amministrative
Sei controlli in provincia di Latina e 5 in provincia di Frosinone: contestata una violazione amministrativa per mancato rispetto procedure di autocontrollo (HACCP) con una sanzione di 2000 euro a carico di una struttura sanitaria in Aprilia. Contestate anche 4 violazioni amministrative per non conformità strutturali nei locali cucina, locali lavaggio stoviglie, bagni e spogliatoi, per le quali è prevista la sola segnalazione alla Azienda USL competenti per l’adozione di prescrizioni finalizzate al ripristino delle condizioni igieniche, presso strutture sanitarie a Latina, Fondi, Sora e Veroli.
Inoltre, sono stati riscontrati in 2 casi – precisamente nella Capitale e a Piacenza – gravi non conformità che hanno determinato l’adozione da parte delle Asl competenti del provvedimento di sospensione temporanea delle attività di confezionamento e sporzionamento dei pasti (successivamente assicurate da altro punto cottura autorizzato); in altro presidio romano, l’omessa revisione dei dispositivi antincendio, ha portato al deferimento in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica del rappresentante legale della ditta appaltatrice; a Oristano, presso un centro cottura autorizzato alla preparazione e distribuzione dei pasti in favore delle locali strutture ospedaliere, la presenza di 50 kg di prodotti di carne con decorsa data di scadenza, che sono stati sottoposti a sequestro amministrativo.
I Nas del Centro Italia si sono concentrati sul rispetto dei requisiti: igienico – sanitari e strutturali dei locali di preparazione dei pasti (in riferimento a locali di lavorazione e cottura, laboratori, depositi alimenti, celle/armadi frigoriferi, locali di somministrazione, servizi igienici, spogliatoi); sulla correttezza della gestione/conservazione degli alimenti e delle procedure di sicurezza alimentare, in relazione anche alla loro tracciabilità e agli aspetti connessi all’etichettatura; di legittimità dell’affidamento in gestione del servizio alla ditta erogatrice e la relativa rispondenza dei menù alla tipologia degli alimenti somministrati; sulla regolare posizione di impiego delle maestranze (possesso della documentazione attestante la frequenza di corsi specifici di formazione e idoneità dell’abbigliamento da lavoro previsto); previsti dalle misure di contenimento alla diffusione pandemica da Covid-19.