Il difensore civico della Regione Lazio dà ragione a Legambiente e invia istanza di riesame al comune di Terracina. Legambiente Terracina risponde in merito al fatto che il comune di Terracina non era tenuto a dare documenti a Legambiente, smentendo, carte alla mano, quanto pubblicamente affermato in un recente comunicato stampa, e si prepara, nel caso di ulteriore e, a questo punto, davvero immotivato diniego, per un ricorso al Tar del Lazio
Il Difensore Civico Regionale accoglie senza nessun rilievo il ricorso di Legambiente e invia al Comune di Terracina istanza di riesame invitandolo a produrre gli atti richiesti da Legambiente già a luglio scorso, relativi al progetto di lottizzazione edilizia denominata “Residence Adrover”. L’interesse di Legambiente è principalmente motivato dal fatto che la stessa si è sempre pervicacemente opposta alla alienazione della preziosa Villa Adrover e del suo spazio verde, che rappresenta ad oggi ancora uno dei pochissimi polmoni verdi del nostro lungomare, annunciando la sua battaglia già a gennaio scorso in occasione delle vicende relative alla ex Pro Infantia.
Il Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica affermava giorni fa “che la richiesta di accesso agli atti di Legambiente non poteva essere accolta in quanto mancava uno dei principi cardine per cui detta procedura ai sensi della Legge 241/1990 potesse avere un esito positivo, ossia l’interesse diretto, concreto e attuale del richiedente, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è richiesto l’accesso, ed è questa la motivazione per la quale sulla stessa si è formulato il Silenzio/Diniego” aggiungendo “l’Ente potrà invece andare avanti con una diversa procedura di accesso, ossia quella ai sensi dell’art. 5/bis della Legge 33/2013 (cd. Accesso Civico Generalizzato), previa comunicazione ai controinteressati, e così sarà fatto”.
Ricordiamo invece al Vice Sindaco che la nostra richiesta di accesso agli atti non citava affatto la legge 241/1990 ma piuttosto il D.lgs .33/2013 (Accesso Civico Generalizzato) e il D.Lgs n.195/2005 secondo le quali qualsiasi persona, fisica o giuridica, ha il diritto di chiedere e ottenere un’informazione ambientale senza bisogno di dimostrare uno specifico interesse o una specifica ragione in relazione alla propria richiesta, ancora di più se si è portatore di interesse diffuso come Legambiente. Il D.Lgs n. 33/2013 infatti, nonostante quanto da lui sostenuto, era stato già citato nella nostra richiesta oltre ad essere stato riaffermato dal Difensore Civico Regionale, il quale infatti non ci ha comunicato nessun rilievo procedurale e si è invece subito attivato per inoltrare l’istanza di riesame al Comune, ribadendo la correttezza della nostra richiesta di accesso. Ricordiamo poi che tutte le Amministrazioni sono tenute alla trasparenza, intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e chi non opera secondo i principi di trasparenza si espone comunque a molteplici dubbi e perplessità. A riprova di quanto da noi affermato, alleghiamo a questo comunicato estratti della nostra richiesta ed estratti dell’istanza presentata dal Difensore Civico.
Nello stesso comunicato inoltre il Vicesindaco, presumibilmente nel tentativo di tranquillizzare la cittadinanza e di spegnere la polemica, affermava che il Progetto “Residence Adrover”, anche a seguito del parere non favorevole della Commissione Locale Paesaggio dello scorso luglio, era stato archiviato su richiesta della Società proponente. Affermazione contraddetta già il giorno seguente sulla stampa con un duro comunicato della stessa Società proponente del progetto edilizio, la quale ribadiva invece la conformità del progetto edilizio, e non solo, dopo pochissimi giorni, il progetto edilizio, che nel frattempo però risultava variato (riducendo l’estensione ad uno solo dei due mappali del lotto interessato) e che era stato già ripresentato da una diversa Società proponente già agli inizi di agosto, ovvero dopo pochi giorni dalla nostra richiesta di accesso agli atti, otteneva, come del resto da noi già ampiamente previsto, parere favorevole dalla Commissione Locale Paesaggio del Comune di Terracina.
Questa modalità di procedere con affermazioni e successive smentite, con parole che non corrispondono ai fatti, con incongruenze e poca chiarezza nell’iter, e con gravi ritardi nel riscontro dell’accesso agli atti, ci rende molto perplessi e ci riporta tristemente all’omologo caso Proinfantia, per il quale, vogliamo ricordare, ci sarà la prima udienza del processo penale a gennaio e nel contesto del quale sono stati rinviati a giudizio cinque persone tra cui un dirigente ed un funzionario dell’ufficio tecnico e lo stesso Vice Sindaco e assessore all’urbanistica del Comune di Terracina.
“Purtroppo continuiamo a constatare con amarezza e stupore di essere oggetto, come Associazione molto attiva nella vigilanza e controllo del nostro territorio e nella prevenzione degli illeciti, di comportamenti ostativi oltre che di attacchi da parte della Amministrazione Comunale come dimostra la querela-bavaglio intentata dallo stesso Vice Sindaco dopo un suo attacco pubblico in pieno Consiglio Comunale solo perché Legambiente aveva osato denunciare abusi edilizi poi tutti confermati dalle indagini e avviati a processo. Infatti dopo aver addirittura dovuto subire una risposta ufficiale della Avvocatura Comunale in cui si affermava che il nostro accesso agli atti rappresentava un intralcio alla normale attività amministrativa citando una sentenza favorevole del TAR lombardo in cui si afferma testualmente “l’accesso agli atti non puo’ essere trasformato in una causa di intralcio al buon funzionamento dell’Amministrazione”, dobbiamo addirittura leggere una affermazione pubblica del Vice Sindaco e Assessore alla Urbanistica Geom. Marcuzzi, e riportata dai principali organi di stampa, e cioè che la nostra richiesta di accesso non poteva essere accolta, in quanto ispirata alla sola legge 241/1990, assolutamente priva di ogni fondamento, come dimostrano gli estratti degli atti che alleghiamo. La nostra richiesta invece non solo era già corretta e completa, citando già da subito il D.Lgs n. 33/2013 (Accesso Civico Generalizzato), ma era anche ispirata ad una norma specifica, come il D.Lgs n.195/2005 (Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale), il quale nell’ottica di consentire il più ampio accesso alle informazioni ambientali, disciplina che il richiedente non è tenuto a specificare il proprio interesse (art. 3, comma 1, del cit. decreto legislativo) e in particolar modo se è un portatore di interesse diffuso come Legambiente. Il Difensore Civico Regionale quindi ha non solo accolto senza nessun rilievo il nostro ricorso ma lo ha subito trasformato in istanza di riesame per il Comune a riprova della correttezza e della completezza della nostra procedura di accesso. D’altro canto Legambiente ha solo 40 anni di vita in Italia, si occupa di questioni legali con un Centro di Azione Giuridica nazionale, e segue i più importanti processi giudiziari relativi a questioni ambientali! Se l’istanza del Difensore Civico della Regione Lazio non dovesse essere accolta, visto che è già passata più di una settimana dall’istanza del Difensore e nessuno ci ha ancora contattato, ci prepariamo, in caso di ulteriore silenzio-diniego, a questo punto davvero inspiegabile, per un eventuale successivo ricorso al TAR del Lazio. Una situazione, quella che si è venuta a creare in questo ultimo anno tra Legambiente e l’Amministrazione di questa Città, davvero imbarazzante a cui l’Amministrazione, ai suoi massimi livelli, dovrebbe dare una spiegazione credibile”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” e Consigliere Nazionale dell’Associazione.