Green Pass: primo giorno in Regione Lazio piuttosto movimento nonostante le note rassicuranti da parte degli Assessori
“Nella prima giornata con obbligo di green pass, dai dipendenti della Regione Lazio abbiamo registrato un grande spirito di collaborazione e responsabilità. L’entrata al lavoro si è svolta regolarmente in tutte le sedi regionali dal primo bilancio effettuato, permettendo una piena e ordinata ripresa di tutte le attività, a cominciare dai front office. Il bilancio è di nessun dipendente respinto per mancanza di credenziali. Un ringraziamento va alle lavoratrici e ai lavoratori, alle organizzazioni sindacali e a coloro che hanno saputo organizzare le attività in questi difficili mesi, continuando sempre ad assicurare servizi utili ai cittadini”.
Così in una nota Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e al Personale della Regione Lazio, il quale fa trasparire una situazione di assoluta tranquillità sul versante del certificato verde che, da settimane, e soprattutto dall’assalto alla Cgil di Roma, rappresenta l’argomento più dibattuto a ogni livello di opinione pubblica.
Calma piatta anche dalle dichiarazioni dell’Assessore D’Amato che, con la nota giornaliera, dà conto di uno stato dell’arte senza criticità. Nessuna protesta come quelle durissime che si stanno celebrando al porto di Trieste o nelle grandi città tra le quali anche Roma.
Eppure, sin dall’inizio della mattina, la Regione Lazio – intesa come Ente – si è svegliata con la protesta contro l’obbligo del green pass del consigliere regionale no vax Dario Barillari e della deputata Sara Cunial. I due ex grillini, espulsi dal Movimento Cinque Stelle l’uno per la creazione di un sito fake-fotocopia di Salute Lazio, l’altra per espressioni di voto e dichiarazione giudicate contrarie alla linea di partito, si sono barricati dentro un ufficio della Regione per protesta contro il Green Pass.
Entrambi no vax, di Barillari si ricorda una esibizione piuttosto pittoresca e di dubbio gusto andata in scena la scorsa estate, a luglio: l’ex pupillo di Grillo, scelto nel 2013 come candidato Governatore del Lazio, si puntò una pistola contro per protesta contro quella che definisce la dittatura dei vaccini. E non che il consigliere regionale abbia competenze in materia scientifica per esprimere un’opinione del genere.
Ma non ci sono solo proteste di politici da sempre molto espansivi come Cunial e Barilla. Proprio oggi 15 ottobre, infatti, uno dei dipendenti del Consiglio regionale, in ragione del nuovo regime dell’obbligo di Green Pass, da non vaccinato si è sottoposto a tampone per poter lavorare.
L’uomo è risultato positivo e non ha potuto entrare in Consiglio. Al che, la responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro ha invitato gli altri dipendenti del Consiglio regionale – una cinquantina – più qualcuno di Lazio Innova, a sottoporsi al tampone. Nel caso in cui fossero stati tutti negativi, i dipendenti sarebbero potuti tornare sul luogo di lavoro. Il che apre a qualche dubbio di livello sanitario poiché il tampone certifica la carica virale del momento e non quella di qualche ora dopo.
Ad ogni modo, tra i dipendenti, serpeggia anche qualche altro dubbio di natura lavorativa: in caso di positività, infatti, la quarantena obbligatoria non è più coperta dall’indennità Covid. Un vulnus che proprio oggi è stato affrontato dal Consiglio dei Ministri riunitosi per l’occasione del decreto fiscale a Palazzo Chigi.
Ad ora, sarebbero in corso interventi di sanificazione negli ambiente del Consiglio Regionale del Lazio.