Da quando per i Comuni si applica la legge elettorale in vigore dal 1993, Latina si trova per la prima volta di fonte all’eventualità di affrontare uno scenario del tutto nuovo.
Infatti, in caso di vittoria di Damiano Coletta i seggi in consiglio comunale verrebbero assegnati secondo un criterio proporzionale, esattamente come avvenuto fino al 1992, ma con la sostanziale differenza che il sindaco ora viene scelto direttamente dagli elettori e non dai consiglieri comunali.
Tale circostanza è stata utilizzata da Zaccheo, evidentemente a corto di argomenti visto che nemmeno accetta di confrontarsi con Coletta, per dire che se non si vota per lui arriva il Commissario prefettizio.
In realtà, le cose non stanno così.
Negli ultimi trenta anni è già successo in altre parti di Italia che a un sindaco eletto mancasse un numero esiguo di consiglieri per avere la maggioranza assoluta; eppure le varie amministrazioni sono quasi sempre andate avanti, soprattutto quando lo scarto, come sarebbe nel caso di Latina, era minimo.
Di ciò ne abbiamo un esempio anche con la Regione Lazio. Zingaretti ha governato per metà consiliatura non avendo la maggioranza assoluta.
In ogni caso, a Latina ci sono stati recentemente e in poco tempo ben due Commissari prefettizi, che sono subentrati a consigli comunali eletti con il premio di maggioranza (e proprio Zaccheo ne sa qualcosa).
Al netto di ciò, vi sono varie considerazioni che inducono a ritenere che per Latina il nuovo e inedito scenario potrebbe rivelarsi una ottima opportunità, se gestito con maturità e intelligenza.
UN NUOVO RUOLO PER IL MOVIMENTO CIVICO DI COLETTA
Una delle accuse che è stata rivolta nei confronti del movimento civico di Coletta è stata quella di essersi chiusi su loro stessi e di non essersi aperti, almeno inizialmente, a realtà diverse. Una situazione di consiglio comunale eletto proporzionalmente non può che indurre LBC ad aprirsi ad un confronto nell’assise comunale, non soltanto formale, ma proprio sostanziale.
Cosa in effetti già avvenuta con il neo-eletto Gianluca Bono (M5S), che ha portato alla scelta dell’apparentamento. Il candidato sindaco del M5S, primo luogotenente della Marina Militare in servizio a Roma presso il Reparto informazioni e sicurezza della Difesa, si distingue da tanti anni (almeno dieci) per il suo impegno civico, le sue denunce contro la malapolitica e le varie battaglie di cui è stato protagonista.
Sicuramente, l’eventualità di un consiglio comunale proporzionale determinerà anche un confronto con Annalisa Muzio, avvocato del Foro di Latina, che ha scelto di non fare apparentamenti e di non dare indicazioni di voto. La candidata Sindaco di “Fare Latina” negli ultimi anni ha organizzato molte iniziative di carattere sportivo, si è interessata di turismo e si è avvicinata alla realtà dei borghi.
UN NUOVO RUOLO ANCHE PER I CONSIGLIERI COMUNALI DI CENTRODESTRA
Può sembrare paradossale, ma una situazione di consiglio comunale proporzionale apre importanti prospettive anche ai consiglieri comunali eletti nel centrodestra.
Invero, quando si fa parte di maggioranze quasi bulgare il dissenso rispetto a certe decisioni, palesemente sbagliate, può condannarti alla emarginazione, per cui si preferisce ingoiare il rospo e adeguarsi ai voleri del sindaco di turno.
Vi sono due eclatanti esempi di quanto appena sostenuto proprio qui a Latina. Alcuni consiglieri comunali del centrodestra, che si erano letti le carte del project financing relativo alla metro, erano in disaccordo.
Avevano visto che il piano economico finanziario era taroccato e avevano constatato che la convenzione trentennale con il privato era a discapito del Comune di Latina, che si assumeva tutti i rischi d’impresa per la gestione dell’opera.
I loro eventuali voti a sfavore in consiglio comunale non sarebbero stati sufficienti ad evitare il bluff della metro, per cui i consiglieri in questione avrebbero ottenuto soltanto l’effetto di finire sulla lista nera e di avere una personale agibilità politica molto limitata.
L’altro episodio è stato pubblicamente raccontato nel corso della presentazione del libro “Storie Nascoste di Latina” lo scorso 19 luglio.
L’allora candidato sindaco Antonio Bottoni, nel suo breve intervento, ha parlato del project financing relativo al cimitero, argomento di cui si è molto interessato.
Ebbene, ha raccontato che nel 2008 un consigliere comunale di centrodestra, dissenziente rispetto al suddetto progetto (la delibera sarebbe stata poi approvata il 22/12/2008), fu avvicinato dal sindaco dell’epoca Vincenzo Zaccheo e da altre due persone sotto i portici di Corso della Repubblica e preso sotto braccio.
Gli venne detto, secondo quanto riferito da Bottoni: “Se non voti per il project financing del cimitero, tu sei fuori”.
A proposito, veramente un personaggio Bottoni: negli anni ha occupato pagine e pagine di giornali per criticare aspramente il project financing del cimitero voluto da Zaccheo, recentemente (come detto) ha rivolto accuse pesanti nei confronti dell’ex sindaco e poi ora dichiara di votare per lui al ballottaggio e lo riempie di elogi. Era Luigi Pirandello a scrivere: “Nella vita incontrerai tante maschere e pochi volti”.
Dai predetti episodi, si evince chiaramente che i consiglieri comunali di centrodestra che non hanno voglia di fare gli yes-man, ma prefersicono studiare le carte e operare affinché si opti per le scelte migliori per la città, possono svolgere in un consiglio comunale proporzionale un ruolo importante e costruttivo.
IL RECOVERY PLAN
Le considerazioni svolte assumono ancora più valenza in ragione del particolare momento che sta vivendo l’Italia.
Infatti, sono in arrivo ingenti risorse grazie al Recovery Plan, risorse che, in parte, saranno gestite direttamente dai Comuni.
Non è forse un bene che in un momento del genere, sicuramente epocale, la gestione di tali ingenti risorse per Latina abbia origine da un confronto aperto, leale e costruttivo in Consiglio comunale?
Partendo da una base di onestà e legalità, ogni consigliere, indipendentemente dalle appartenenze, potrebbe dare il proprio contributo ed essere pienamente partecipe e protagonista di un momento importantissimo per la città; il tutto attraverso una gestione condivisa, consapevole e responsabile delle tante risorse che arriveranno.
Con il Recovery Plan a Latina non è certo il momento dell’uomo solo al comando in grado di emarginare e isolare quelli che non la pensano come lui e ragionano con la proprio testa.
Insomma, non è certo il momento di un candidato sindaco che dice: “So io cosa fare”, una affermazione che, tenuto conto dei trascorsi da sindaco di chi l’ha pronunciata, fa gelare il sangue.