I Carabinieri hanno arrestato Cosimo Damiano Gallace, 60 anni, considerato il reggente della potente omonima cosca di Guardavalle con ramificazioni ad Anzio e Nettuno
La cattura è avvenuta nelle prime ore del mattino a opera dei Carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro, con l’intervento del G.I.S. supportato dai Carabinieri dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”.
Gallace era latitante da quasi un anno, quando era diventata definitiva la sentenza di condanna per il processo “Appia” che aveva evidenziato l’influenza del clan ad Anzio, Nettuno e anche nel nord pontino.
L’uomo si nascondeva a Isca sullo Ionio, nel Soveratese. Al momento dell’intervento, il latitante non è stato subito rintracciato in casa, sebbene ci fossero presenti la compagna 34enne e la figlia di soli 4 anni che riposavano in camera da letto. La presenza del ricercato all’interno dell’abitazione è stata però considerata dai militari certa proprio per la presenza del suo nucleo familiare a quell’ora e in quel luogo lontano dalla residenza abituale di Guardavalle. Il Tenente Colonnello Roberto Di Costanzo, Comandante del Reparto Operativo dei carabinieri di Catanzaro ha spiegato la dinamica dell’arresto: “Il latitante si nascondeva in una intercapedine ricavata su una falsa parete la cui porta si apriva azionando un pomello girevole presente su un attaccapanni vicino alla specchiera”.
La porta del nascondiglio, collegata a un congegno meccanico, poteva essere aperta esclusivamente ruotando uno dei tre pomelli di un adiacente attaccapanni a muro.
Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati un trolley contenente circa 35mila euro in contanti, um tablet, 9 telefoni cellulari di cui 2 danneggiati dall’interessato prima di essere scoperto nel bunker, varie sim non ancora attive e l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza con monitor a fianco alla tv in sala da pranzo per controllare 24 ore su 24 l’area esterna all’abitazione, tra l’altro dotata di allarme e di cane da guardia di grossa taglia.
Gallace, boss dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle con articolazioni ad Anzio e Nettuno, in provincia di Roma, nonché in Lombardia, Piemonte e Toscana, era ricercato dal 25 novembre 2020 per l’esecuzione di un ordine di carcerazione, emesso dalla Corte d’Appello di Roma, in quanto condannato a 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Inoltre, a carico di Gallace pende anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 15 marzo 2021 dal Gip del Tribunale di Catanzaro e al momento della cattura notificata all’interessato, per indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro sempre con riferimento al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per aver preso parte alla cosiddetta “strage di Guardavalle” ha scontato complessivamente, a partire dai primi anni ’90, più di vent’anni di carcere.