Di Leo (STEADFAST) sulla visita a Latina del deputato Zan e il sostegno al sindaco Damiano Coletta: “Ideologizzazione vergonosa”
“Resto basito della svolta ideologica che sta subendo una campagna elettorale locale come quella del capoluogo di provincia Latina. Mi preoccupa ancora di più che un candidato a sindaco come Damiano Coletta non parli dei problemi della città ma avalli incontri dove si raccontano falsità atte solo a plagiare i più giovani parlando di temi sacrosanti come la lotta alla discriminazione che strumentalizzati poco c’entrano con il Ddl Zan”. Non usa mezzi termini il presidente dell’organizzazione Steadfast Emmanuele Di Leo, commentando l’incontro tenuto a Latina il 22 settembre scorso organizzato dalla candidata Pd Petrillo.
“Venire a conoscenza che da quel palco sono state utilizzate parole insincere nei confronti di una classe politica, lascia pensare molto al vero interesse dei relatori. Si è gettato fango su un’intera classe dirigente, quella del centrodestra, che secondo gli invitati, tra cui l’assessore ai servizi sociali del Comune di Latina Patrizia Ciccarelli, discriminerebbe le persone più fragili. Peccato – ricorda Di Leo – che il Ddl Zan sarebbe stato votato all’unanimità del parlamento se si fosse limitato ad un solo articolo atto a estendere le pene già previste dal codice penale per le discriminazioni di razza e per motivi religiosi anche a quelle perpetrate nei confronti degli omosessuali o dei disabili”.
Il Ddl Zan, tuttavia, è molto altro. Unaproposta di legge che introduce l’autocertificazione di genere. “In sostanza– spiega Di Leo – si eliminerebbe la sessualità, come infatti si apprende dall’art.1 che esplicita in merito all’identità di genere, cito testualmente: «è l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Si tratta quindi di un’espressione che indica il senso di appartenenza di una persona ad un genere col quale essa si identifica a seconda di come si percepisce in un dato momento. Ecco che si apre la strada all’autocertificazione di genere, Self-Id. Così, ipoteticamente, un uomo potrebbe autopercepirsi donna concorrendo per i posti a queste dedicate in concorsi pubblici, prendendo parte a discipline sportive dedicate alle donne, banalmente pretendendo di entrare in bagni e spogliatoi dedicati alle donne. Un concetto del tutto diverso dal difendere il difficile e spesso doloroso percorso di quelle persone che decidono di cambiare sesso.”
Il Ddl Zan appare controverso anche dal puro e semplice punto di vista giuridico, se pure il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick lo ha definito un “insulto alla Costituzione”. Nella legge infatti sono presenti veri e propri articoli bavaglio che si basano su fattispecie del tutto generiche. “Ogni cittadino dotato di intelletto si scaglierebbe contro la violenza, anche verbale, scatenata contro un omosessuale o una persona transessuale – specifica il presidente di Steadfast – discorso diverso, però, sarebbe rischiare una condanna per dire semplicemente che due uomini non possono generare, nemmeno se uno dei due si sentisse, anche per un periodo di tempo limitato, donna. Saremmo al paradosso per cui criticare la maternità surrogata, che in Italia è punita dalla legge 40, diventerebbe esso stesso un reato”.
In conclusione, c’è poco da dire, basterebbe ascoltare le centinaia di audizioni effettuate al Senato da molteplici esponenti di universi diversi, per capire l’inconsistenza di questa proposta di legge. Dalle femministe ai liberali, da magistrati a omosessuali, da Arcilesbica a movimenti prolife e cattolici. Quindi: “ai candidati che pensano di plagiare con parole belle e vuote i più giovani, dico di non sottovalutare le nuove generazioni, che nella stragrande maggioranza dei casi dimostrano di volersi informare davvero, non solo ascoltando l’influencer di turno. Dall’altra parte faccio un appello ai cattolici democratici e liberali. Stiano bene attenti a quale candidato sostenere perché l’incontro di Latina dimostra bene come alcuni di questi non pensino tanto al benessere della città, quanto a imporre ideologie che imponendo la loro agenda, compromettono i principi antropologici“.