Il campo all’interno dell’oratorio di San Marco a Latina non ospiterà più gli allenamenti della storica società Cos Latina
A rendere nota la nuova situazione è stato il Presidente onorario del Cos Dario Dragotta: “Volevo comunicare che da una settimana il Cos non è più Operativo Le luci accese da più di 50 anni si sono spente definitivamente Non vedrete più ragazzi giocare al campo intere generazioni di Latina sono passate da quel campo e tutti i miei sforzi e quelli degli altri dirigenti Presidente Rino Somma e Vice presidente Andrea Giuliani. non sono serviti a niente. Quando tornerete all’oratorio da settembre – conclude Dragotta – non sentirete più le grida, il vocio del campo. Tutto finito. Un ringraziamento a tutti quelli che negli ultimi 60 anni sono stati vicino alla famiglia del Cos. A presto, i giusti valori non muoiono mai”.
Si conclude così una storia decennale che, a quanto riporta Dragotta, è stata molto travagliata negli ultimi anni.
Il campo all’interno dell’oratorio retto dai Salesiani era concesso tramite convenzione che si rinnovava ogni quattro anni con il Cos Latina; con l’emergenza Covid, i Salesiani avevano concesso un’altra proroga alla convenzione di 9 mesi dopo la quale, una settimana fa, si è consumato quello che il Presidente Dragotta definisce uno sfratto di fatto.
Da anni, la dirigenza del Cos lottava per far rimanere almeno la scuola calcio dei bambini (da tre anni gratuita) ma qualcosa, nei piani dei Salesiani, deve essere cambiato visto come è finita. E sì che, a quanto risulta a Dragotta, nessuno conosce quale sarà il destino del campo dal momento che, ad oggi, non sono note le intenzioni dell’oratorio.
“I salesiani hanno prima iniziato a dire che il calcio non andava bene perché non era idoneo, poi sono intercorsi altri problemi. Alla fine, il parroco ha detto che fino a 16 anni i ragazzi potevano allenarsi”. Un limite che per Dragotta risultava una forzatura: “Mi sembrava assurdo, anche perché sono tutti ragazzi che partecipano alla vita della Chiesa. È sempre stata una lotta”.
Così i primi scontri, fino a che la situazione è precipitata: “Ci dicevano che dovevamo spostare la tribuna e poi mettere un ombroso attorno al campo perché doveva essere separato dall’oratorio. Ma non possiamo sentirci estranei a casa nostra: la cosa bella è sempre stata che si usciva dalla messa e si andava a vedere la partita”.
“Quando il Cos va in promozione – aggiunge Dragotta – ho pensato che finalmente potesse andare loro bene poiché la squadra avrebbe giocato su altro campo (ndr: quello della Samagor) e sarebbero potuti rimanere i ragazzi della scuola calcio. Tuttavia, dopo i nove mesi dell’ultima proroga, ci hanno detto che dovevamo andare via”. Così la decisione del Parroco nonché Direttore dell’oratorio Don Bosco.
“Secondo me – conclude Dragotta – per la direzione dovevamo scomparire. E per il campo vedremo che ci faranno. A noi ci hanno mandato via”.