“La Regione accorda l’ennesimo rinvio della Paguro”. La lettera aperta di Carmen Porcelli, Rosalba Rizzuto, Andrea Ragusa e l’Associazione “Città degli Alberi”
LA LETTERA APERTA – Il ricorso della Paguro ritarda la Conferenza dei servizi; perché il Comune di Aprilia non impugna il procedimento di liquidazione degli usi civici della società che vuol fare la discarica, visto che potrebbero essercene le basi?
Mentre la Paguro, con un nuovo ricorso al TAR e la richiesta di prorogare il rinvio del tavolo, in cui pretende – e prontamente ottiene, da una Regione supinamente condiscendente (la nota della Regione alle Autorità partecipanti alla Conferenza dei Servizi, infatti, lascia intendere che sia scontato che il parere degli enti debbano essere rivisitati, in quanto non graditi al proponente) – la sospensione dei pareri negativi della Soprintendenza e dell’ARPA, cerca di far dilatare i tempi per la conferenza dei servizi sul progetto di discarica a La Cogna, il Comune di Aprilia ancora non si degna di impugnare gli atti relativi alla liquidazione degli usi civici versati dalla società al Comune di Ardea, come già ripetutamente sollecitato da febbraio ad oggi.
Contrariamente a quanto affermato nel proprio ricorso, la Società Paguro non veniva a conoscenza della presenza di rifiuti interrati illegalmente solo il 9 aprile 2019, bensì l’esistenza di una discarica era già nota a tutti (ne è stata divulgata la preesistenza anche nel corso di incontri pubblici) e nel settembre del 2016 – cioè circa due mesi prima della presentazione del primo progetto della Paguro – il Nucleo Ecologico dei Carabinieri sequestrava una porzione di terreno all’interno della proprietà di via Savuto, già di proprietà della Paguro. Inoltre, nel corso della Conferenza di servizi, aprile 2017, la Società attraverso i suoi legali rappresentanti aveva già manifestato l’intenzione di bonificare l’area in cambio della autorizzazione a realizzare una discarica.
Questo si evince anche nella determinazione conclusiva della conferenza dei servizi (det. n. G13756 11/10/2017 del 6 ottobre 2017) quando l’allora dirigente Fernando Olivieri scrisse a pagina 18 del succitato parere che in merito al vincolo paesaggistico “il proponente, con nota prot.n. 365887 del 25 maggio 2017 di integrazione ed ulteriori osservazioni al procedimento, ha trasmesso la Determinazione regionale n. G02199 del 24/02/2017 , con la quale la Direzione regionale Agricoltura e sviluppo rurale, caccia e pesca – Area Usi Civici e Calamità naturali, si è espressa favorevolmente in relazione all’alienazione degli Usi Civici sui terreni censiti all’Agenzia delle Entrate e che l’avvenuta liquidazione dei suddetti gravami comporta(va) l’estinzione dell’uso civico ed il conseguente vincolo paesistico, così come previsto dall’art.11, comma 1, lett. d) della L.R. 24/1998, pertanto non trovano più applicazione le classificazioni per zona ai fini della Tutela ove previste dai PTP o dal PTPR e la relativa normativa, così come espressamente previsto dalla citata norma“.
Il tentativo da parte del privato di liquidare gli usi civici ed affrancarsi da qualunque vincolo paesaggistico è crollato di fronte al muro alzato dalla Sovrintendenza che ha espresso un principio molto semplice: la tutela del paesaggio è un valore sancito dalla nostra costituzione. Non solo, sul procedimento amministrativo seguito dalla Società Paguro, dietro indicazione della Regione Lazio, abbiamo sollevato numerosi dubbi di legittimità sui quali non una volta il comune di Aprilia ha sentito l’esigenza di entrare nel merito. Malgrado il terreno della Paguro insista nel Comune di Aprilia, gli usi civici sono stati versati al Comune di Ardea, aggirando l’ente di piazza Roma, il quale successivamente esprimeva parere favorevole a decretare l’inesistenza dell’area boschiva, avvalorando così la soppressione dell’uso civico.
Vieppiù che recentemente, per un altro procedimento nella stessa zona di La Cogna, il Comune di Aprilia ha incassato dalla Società Ica-One, proponente un enorme campo fotovoltaico su 93 Ha di terreno agricolo, il pagamento degli usi civici e da ciò deducendo con l’intento di far decadere i vincoli paesaggistici sulla zona. Come mai stavolta è competente Aprilia e non Ardea, pur trattandosi dello stesso territorio, stesso foglio catastale, stesso uso civico?