Consulta Anci Lazio Piccoli Comuni dopo i casi giudiziari che hanno coinvolto alcuni Sindaci. Restaini: “Soddisfazione per l’attenzione mediatica”
“È con soddisfazione che constato – dichiara Lubiana Restaini, coordinatrice della Consulta dei Piccoli comuni di Anci Lazio – che dopo i casi eclatanti della Sindaco di Torino, Chiara Appendino, di quello di Lodi, Simone Uggetti ed ora del Sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, la condizione difficile e rischiosa dei Sindaci Italiani ha conquistato le prime pagine dei quotidiani, le aperture dei TG ed i like dei social media; soddisfazione però temperata dal dispiacere di aver dovuto aspettare così tanto tempo: da anni Anci e le altre associazioni degli EE LL denunciano una vero e proprio vulnus istituzionale nei confronti di migliaia di amministratori locali costretti a subire la spada di Damocle di un ordinamento ingiusto e talvolta persecutorio”.
“Il mio pensiero – ha proseguito Restaini – va a quelle migliaia di Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali di piccoli e piccolissimi Comuni, che senza uffici stampa o media a disposizione, hanno visto la loro persona, le loro famiglie, la loro dignità professionale, esposte alla gogna mediatica di cui l’Italia ha un triste primato, per accuse rivelatesi per il 90% infondate, non sussistenti, con non luogo a procedere, magari dopo anni di spese personali e stress indicibili; ciò per reati come l’abuso d’ufficio la cui fattispecie lascia troppi margini di discrezionalità legati al buon umore del momento di un magistrato, come l’ultimo caso delle dita schiacciate di un bambino in una porta tagliafuoco di un asilo”.
“È tempo – ha concluso la Coordinatrice dei Piccoli Comuni laziali – di decisioni e di cambiamenti su due direttrici ormai chiarissime: da una parte ristabilire onore, dignità, par condicio allo status degli amministratori locali, siano essi Sindaci, Presidenti di Provincia o di Comunità Montana, Assessori e Consiglieri, la quale adegui i compensi alle responsabilità di ciascuno facendo punto su quelle dei parlamentari e dei Consiglieri Regionali, facilitati in questo dal dimezzamento delle spese per il nuovo Parlamento; altrettanto per ciò che riguarda permessi, rimborsi, previdenza. C’è poi l’altra direttrice che riguarda la riforma della giustizia che sta perdendo ogni credibilità mettendo a rischio la tenuta della nostra Costituzione democratica; la magistratura deve riformarsi staccando e riordinando il ruolo del Pubblico Ministero ed il Parlamento deve ridefinire, chiarire, riorganizzare il sistema sanzionatorio dei reati afferenti la PA. Auspico velocità e concretezza”.