Il 17 maggio è stata la giornata internazionale contro le discriminazioni LGBT: omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia. Il gruppo consigliare “Camminare Insieme” ha presentato una proposta in consiglio comunale a Fondi: una panchina simbolica. Una mozione che ha visto la contrarietà di due esponenti della maggioranza, mentre gli altri consiglieri della stessa maggioranza si alzano e se ne sono andati
Aria pesante dentro il consiglio comunale a Fondi. Come riporta una nota del gruppo consigliare “Camminare Insieme” che pubblichiamo integralmente di seguito, la proposta per una panchina simbolica contro le discriminazioni e la violenza è stata respinta. Ma non solo: la maggior parte degli esponenti della maggioranza sono andati via mentre la mozione veniva presentata.
LA NOTA – Questa giornata esiste perché, ancora oggi, essere gay-transessuale-lesbo-bisessuale è reato in 67 Paesi del mondo, in 6 dei quali addirittura punito con la pena di morte. L’Italia è al 35° posto fra gli stati europei come Paese più omofobo e misogino. Nel corso degli anni gli episodi di violenza contro gli omosessuali sono stati molteplici e per questo è stata richiesta una nuova legge che tutelasse le violenze per sesso, identità di genere, orientamento sessuale e genere: DDL Zan.
Il gruppo Consiliare “Camminare insieme”, per sensibilizzare la città di Fondi sull’argomento, ha richiesto all’amministrazione comunale una panchina arcobaleno come simbolo di sostegno contro gli atti discriminatori e come supporto alle battaglie sociali che stanno avvenendo negli ultimi anni.
Trattandosi di un argomento delicato e che colpisce la sensibilità di molti, il consigliere Salvatore Venditti sperava di trovare dall’altra parte persone disponibili al dialogo e alla comprensione. Invece ha dovuto constatare, con molto rammarico, una totale mancanza di rispetto, trovandosi di fronte ad un muro di persone che non hanno dimostrato intenzioni sull’argomento, anzi hanno dato forfait abbandonando il consiglio comunale, il che ha decretato la chiusura per mancato numero legale.
Oltre a non essere stata votata da tutti, la mozione è stata commentata da alcuni consiglieri, ancora presenti, come una soluzione non adatta al contrasto della discriminazione ma la mozione presentava due punti fondamentali: la panchina come simbolo e la richiesta di interventi culturali e sociali mirati alla sensibilizzazione, quest’ultimo punto non è stato preso in considerazione da chi ha dichiarato che avrebbe votato a sfavore.
Tra i contrari il consigliere Arcangelo Peppe che ha esordito con commenti del tutto personali e non rispettosi, raccontando di Malika, la ragazza buttata fuori di casa dai genitori per il suo orientamento sessuale: “è andata in piazza per sbandierare la sua omosessualitá, ma il problema lei lo ha avuto in famiglia, lo dice in più punti, poi un colore politico la sbandiera in piazza come fosse un trofeo, quella a mio parere è discriminazione“.
L’intervento, oltre a mancare di rispetto alla mozione, risulta discriminatorio, offensivo e non adatto ad un contesto di consiglio comunale, dove non si è seduti al bar, ma si presiede come rappresentanza istituzionale. Il contesto tutto è stato offensivo, svilente e oltraggioso alla sensibilità dell’argomento, della democrazia e di chi ogni giorno combatte in campo contro le discriminazioni sociali.
Il comportamento di chi ha abbandonato il consiglio, astenendosi così dal voto, è discriminatorio tanto quanto i commenti e le considerazioni personali avvenute in aula consiliare.
La mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, l’arroganza di vagliare le proposte sempre mettendo in mezzo questioni diverse, la presunzione di avvalersi del silenzio, l’insensibilità di “alzarsi” e abbandonare un argomento tanto sensibile: questi atteggiamenti sono l’ennesima prova che si ha bisogno di istruire le persona a un cultura più inclusiva, capace di comprendere gli altri e non pensare solo per se stessi.
Queste discriminazioni, questi atteggiamenti, questi commenti irriverenti e questo menefreghismo, sono ciò che le persone marginalizzate della società sono costrette a subire ogni giorno.
La panchina non è la soluzione, la panchina era un punto di riferimento per altre iniziative pensate e studiate per contrastare questi episodi.
Il rammarico non è stato il no, il rammarico è stato il comportamento tenuto da chi ha lasciato il consiglio e ha quindi mancato di rispetto al consiglio presente, al consigliere Venditti, alla democrazia e ai cittadini, ma soprattutto a chi subisce ogni giorno violenze e ripercussioni alla sua persona.