Il caso del giovane migrante tunisino rimane un rebus: fatto isolato o mercimonio di corpi umani in cambio di indicibili traffici?
Trovato dentro un camion frigo della Nicolosi in una piazzale della San Lidano Group, l’azienda ortofrutticola sulla Migliara 47 al confine tra Pontinia e Sezze, il giovane tunisino (pare) tra i venti e trenta anni rappresenta, prima di scenari investigativi ad ora solo sussurrati, un modello di sviluppo fallimentare.
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Giovani pronti a tutto per sbarcare nell’Europa che da mesi sta cercando di uscire dalla pandemia e che dopo di essa rappresenterà sempre per un giovane del Maghreb l’unica speranza di sopravvivenza.
Proprio oggi a Ceuta e Melilla, l’enclave spagnola, corrispettivo della nostra Lampedusa, sono sbarcati migliaia di marocchini come ritorsione da parte della Madre patria contro lo Stato iberico reo di aver fornito cure e assistenza al leader del Fronte Polisario (organizzazione militante attiva nel Sahara Occidentale che lotta per l’indipendenza di alcune fette di territorio).
Ecco se succede in Spagna, succede ovunque: Stati preda di ricatti e contropartite che sono solo la superficie di accordi che il Paese Italia è riuscita a concludere da sempre, sia a livello internazionale che interno.
E allora, al di là dell’inchiesta della Procura di Latina, affidata al sostituto procuratore Martina Taglione, che dovrà far luce sul fatto in sé e, magari, rivelare altri impensabili scenari, la questione immigrazione si pone senza dover scomodare il tifo politico che divide tra “prima gli italiani” e solidarietà senza fondamenta.
Dietro quel giovane tunisino potrebbe esserci di tutto, come ad esempio uno scambio di merci o persino un affare illecito. Viaggiare in un camion frigo (e morire per un accidente e probabilmente asfissiati) a centigradi controllati può essere una missione possibile, sopratutto se dietro c’è un ritorno economico di gente senza scrupoli che si mette d’accordo. Tra le coste tunisine e una possibile criminalità che sviluppa un traffico di merci in cambio di uomini, e magari la compiacenza di controlli allentati ai porti, distano solo pochi chilometri geografici e ancor meno morali.
Al giovane è stato trovato un telefonino. Da lì, gli inquirenti e il nucleo investigativo dei Carabinieri di Latina potranno ricostruire qualcosa probabilmente.