Sensazionale scoperta a Itri nel Santuario pagano. Rinvenuto un cippo lapideo con dedica alla dea Fortuna in caratteri latino-arcaici. Un’altra Tabula Veliterna?
Scritto e a cura di Orazio Ruggieri
Sempre più il Santuario pagano di Itri in località S.Cristoforo si rivela inesauribile fonte di testimonianze in campo storico e archeologico delle popolazioni che abitavano il Latium adiectum nel IV e III sec. a.C. prima della dominazione romana.
Gli scavi del 2011, sotto la direzione dall’archeologa Marisa de’ Spagnolis per conto della Soprintendenza, hanno dato notorietà a un sito in precedenza sconosciuto e non citato dalle fonti storiche antiche.
Successivamente, dal 2016, la nota archeologa si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione Archeologica Ytri e dei componenti del direttivo Rosa Corretti (Presidente), Gianpaolo Ciccarelli, Fabio Maggiacomo, Paolo Manzi e Luigi Stamegna (vice-Presidente), che ha portato al rinvenimento di numerosi altri reperti: epigrafi, monete, elementi bronzei, di ceramica a vernice nera, architettonici, marmorei, statua panneggiata e materiale laterizio con e senza bolli. Nel 2019 la scoperta di un cippo lapideo, a forma di parallelepipedo, con dedica alla dei Fortuna, ha esteso a lei l’attribuzione dell’area santuariale, in un primo tempo riferita solo ad Ercole.
Sull’epigrafe sono presenti otto linee di iscrizione: le prime due abrase e illeggibili, la terza completa (vedi foto), la quarta e la quinta in parte mancanti, ma visibili, le ultime tre leggibili.
Il significato dell’iscrizione è un ringraziamento alla divinità per riconoscenza, secondo una formula ampiamente utilizzata nel mondo antico.
Un attento studio dei grafemi, condotto da Gianpaolo Ciccarelli, ha evidenziato una corrispondenza calzante con quelli della celebre Tabula Veliterna, finora unico esempio di lingua volsca scritta con alfabeto latino riconosciuto dalla comunità scientifica.
L’Associazione e l’archeologa de’ Spagnolis auspicano l’interessamento di paleografi, epigrafisti e glottologi che si invitano a Itri a visitare il sito archeologico, a studiare l’epigrafe e a dare un ulteriore contributo alla definizione dell’eccezionale iscrizione.