L’omicidio di Veronica De Nitto, la 34enne di Latina emigrata in California, rimane un mistero: ipotesi vendetta dell’ex
È stata uccisa all’interno del bagno del suo appartamento a Daly City, a sud di San Francisco nella contea di San Mateo: probabilmente colpita alle spalle, è stata ferita alla gola con un’arma da taglio. A riportare altri particolari della tragica morte della giovane latinense, da quattro anni trasferitasi in California per raggiungere la sorella, è il Corriere della Sera.
Veronica si era diplomata al liceo artistico di Latina. La famiglia è nota in città, gestiva la pizzeria Bari e Dispari in Corso Matteotti. Da poco, è partita anche una raccolta fondi per aiutare la famiglia: “La scomparsa improvvisa della nostra amata Veronica – spiega il promotore della raccolta fondi, Mattia Marcelli – ci lascia sgomenti. Chi l’ha conosciuta sa che era in grado di toccarti l’anima. Non ci sono parole per dire quanto ci mancherà“.
Da ciò che riporta il giornale di Via Solferino, l’omicidio della ragazza potrebbe essere la vendetta di un ex. Le indagini guidate dal capo della locale polizia, Patrick Hensley, sarebbero sulle tracce di un sospettato: un uomo statunitense che in passato aveva avuto una relazione con la vittima.
Il corpo di Veronica è stato trovato alle ore 8 del 15 gennaio mattina dai Vigili del fuoco della North County Authority, intervenuti per la segnalazione di un incendio al numero 85 di Kent Court. Evacuato l’edificio e domate le fiamme, è stato trovato il cadavere di Veronica aggredita quando era sola in casa mentre la sorella partoriva il secondo figlio.
Riserbo è stato chiesto ai familiari anche in Italia: “L’ultima cosa che vogliamo è buttare tutto all’aria. Non parleremo finché il caso non sarà chiuso, così come ci è stato chiesto“, dice la sorella Hillary al Corsera.
“Il Consolato generale a San Francisco, in stretto raccordo con la Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Washington, segue con la massima attenzione il caso ed è in contatto costante sia con le autorità locali, sia con i familiari della connazionale al fine di prestare ogni possibile assistenza», fa sapere la Farnesina al Corsera.