LE TERME DI FOGLIANO E IL PARADOSSO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

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terme di fogliano e paradosso 5 stelle
A destra una delle copertine di Latina 5 Stelle Magazine, una delle iniziative del gruppo di Latina che prevedeva articoli di denuncia e proposte per il territorio

Sabato 12 gennaio ha avuto ampio risalto sui mezzi di informazione locali la notizia di un’indagine della Procura della Repubblica di Latina in ordine alla società Terme di Fogliano S.p.A. dichiarata fallita dal Tribunale di Latina in data 20/12/2017.

Il clamore mediatico è dovuto a due circostanze:

  • la società in questione è proprietaria di un compendio immobiliare costituito da terreni, ubicati a Latina sulla Via del Lido – Località Capoportiere, estesi per circa 72 ettari con sovrastanti fabbricati rurali;
  • gli azionisti sono il Comune di Latina in misura pari all’85,92% e l’Amministrazione provinciale di Latina per il 14,08%.

L’ORIGINE DELLA INDAGINE

L’indagine prende le mosse da un esposto del maggio scorso firmato da 12 cittadini, indirizzato alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica.

Terme-di-Fogliano.-Copertina
“Terme di Fogliano 1955, quando funzionavano”, il libro dello scrittore/giornalista Paolo Iannuccelli

Giustamente i giornalisti che hanno scritto sull’argomento hanno ricondotto tale iniziativa ad attivisti del M5S. Infatti tra i firmatari ci sono: Gaia Pernarella, consigliere regionale M5S; Bernardo Bassoli, il candidato più votato in Provincia alle parlamentarie per la Camera dei Deputati; Gianluca Bono, il candidato più votato in Provincia alle parlamentarie per il Senato della Repubblica; Valeria Scognamiglio, il candidato donna più votato in Provincia alle parlamentarie per il Senato della Repubblica.  (Più avanti sarà specificato cosa è successo dopo le parlamentarie).

M5S A LATINA ASSENTE DALLA SCENA POLITICA

In sostanza un esposto riconducibile agli attivisti del M5S di Latina (giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare va precisato che l’autore è Gianluca Bono) determina un’indagine della Procura della Repubblica e grande attenzione da parte dei mezzi di informazione, ma il M5S a Latina è assente dalla scena politica.

Sul punto si ritiene opportuno riportare l’estratto di un articolo scritto dal giornalista Toni Ortoleva su Latina Editoriale Oggi del 30/12/2018 dall’illuminante titolo “L’anomalia del partito con i voti ma senza truppe

Vale certamente la pena riportare alcuni estratti dell’articolo che rappresentano perfettamente la situazione.

Consensi alle regionali e alle politiche del 4 marzo abbondantemente sopra il 30 per cento per il Movimento 5 Stelle. Due parlamentari e un consigliere regionale conquistati nella provincia da sempre feudo del centrodestra. Un exploit che sembrava aver definitivamente lanciato i penta stellati come primo partito della provincia pontina. Peccato che poi ai voti ottenuti dal simbolo non sia corrisposta la costruzione di una classe dirigente concreta e capace sul territorio”.

Toni Ortoleva definisce la neoeletta senatrice Marinella Pacificouna sconosciuta”.

La senatrice di Latina così come il collega del Golfo Raffaele Trano non ha ancora mosso un dito per provare a creare qualcosa di più consistente in provincia.

Resta il fatto che mai nella storia politica locale è successo che un partito che alle elezioni nazionali e regionali porta a casa tra il 20 e il 30%, poi scompaia nelle amministrative. Uno spreco senza alcun senso.

L’analisi del giornalista di Latina Editoriale Oggi è assolutamente condivisibile. Quello che c’è da aggiungere è il perché si è arrivati ad una simile situazione. Le cause si fondano sulla sciagurata scelta di non certificare una lista M5S alle scorse elezioni comunali di Latina del giugno 2016 e sull’assurdità di quanto avvenuto in occasione delle parlamentarie.

Prendendo spunto dall’articolo di Toni Ortoleva e dall’inchiesta nata dall’esposto di alcuni attivisti M5S, è sicuramente opportuno approfondire le suddette cause.

LE CAUSE DEL PARADOSSO

ELEZIONI COMUNALI DEL 2016

Gazebo a Latina
In questa immagine, una delle tante occasioni di incontro tra attivisti pentastellati di Latina con i cittadini. Negli scorsi anni a Latina, gli incontri, le iniziative, le denunce, le proposte, le azioni del gruppo di cui si parla nell’articolo sono stati numerosi

Come è ormai risaputo lo Staff nazionale del M5S non intese certificare alcuna lista per le elezioni comunali del 2016 sulla base della circostanza che erano arrivate quattro richieste, negando anche agli iscritti di Latina di votare online per sceglierne una.

Tra le liste presentate ce ne era una con Bernardo Bassoli candidato sindaco che annoverava tra i candidati consiglieri anche Gianluca Bono, Valeria Scognamiglio e altri firmatari dell’esposto.

Le altre tre liste si distinguevano per avere come candidati sindaci personaggi assolutamente improponibili dal punto di vista politico, tali da sembrare una sorte di corte dei miracoli.

C’era ad esempio il patetico visionario che non si sente ridicolo ad affermare pubblicamente che i problemi di scarse risorse economiche che affliggono i Comuni possono essere risolti stampando moneta locale.

C’era addirittura chi appena due anni prima era andata a finire sul bollettino dei protesti per aver emesso in poco tempo vari assegni a vuoto per circa quarantamila euro.

C’era infine un personaggio (Marinella Pacifico) che ha inanellato sulla sua pagina Facebook una serie di castronerie da guinness dei primati:

  • nonostante le smentite del diretto interessato, ha farneticato che sarebbe stata lei a riportare vivo in Italia il nostro concittadino Roberto Berardi, imprenditore arrestato nella Guinea Equatoriale.
  • da insegnante di materie tecniche presso un Istituto Tecnico di Cisterna ha sentenziato che i vaccini non servono e si deve mangiare solo ed esclusivamente frutta;
  • senza specificare alcuna fonte, documento o comunque argomentare ha bollato Roberto Saviano come massone e Laura Boldrini come sionista;
  • ha dato credito alla tesi dello sconosciuto “Italian Hoax Watch”, secondo cui gli attentati di Parigi (Bataclan, ristorante Le Petit Cambodge, Stadio Saint Denis ecc.) sarebbero una colossale frode, ovvero un’operazione d’ingegneria sociale finalizzata al controllo strategico e psicologico delle masse costruita dai servizi segreti israeliani e francesi e volgarmente truccata dai media.

Tutto questo letame è stato impreziosito dalla signora in questione dalla pubblicazione di propri video in atteggiamenti e pose ammiccanti che in realtà provocano solo ilarità e sconcerto (vedi il video di seguito):

Insomma, la presenza di tre liste capitanate da fenomeni da baraccone ha fatto sì, secondo la “valutazione” (sic) dello staff nazionale che a Latina non ci fosse alcuna lista M5S alle elezioni comunali; anzi, per meglio dire, non ci fosse la lista con Bernardo Bassoli candidato sindaco.

In definitiva, è stata impedita la candidatura ad attivisti che anche prima dell’esposto sulla società Terme di Fogliano S.p.A. si erano contraddistinti per un’azione politica seria e coraggiosa.

Basti pensare che molto prima dell’intervento dell’Autorità Giudiziaria di Latina (Don’t touch, Olimpia Starter, Arpalo) si erano resi protagonisti di circostanziate denunce sulla criminalità organizzata latinense e sui suoi intrecci con la politica e il Latina calcio, nonché di una serie di denunce sull’amministrazione comunale di Latina, tanto da essere addirittura citati con ammirazione dal Procuratore Capo in occasione della conferenza stampa per l’indagine “Olimpia” (2016) riguardante l’ex amministrazione Di Giorgi-Maietta.

ELEZIONI POLITICHE DEL 2018

Come detto, in occasione delle parlamentarie del M5S, Bernardo Bassoli e Gianluca Bono risultano i più votati in provincia di Latina rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica, mentre Valeria Scognamiglio è il candidato donna più votata della provincia per il Senato della Repubblica. .

VICENDA BASSOLI

Poco prima della presentazione ufficiale delle liste, Bassoli si accorge casualmente che il suo nome è stato cancellato. Nessuno lo aveva chiamato per fornire una qualche spiegazione o quantomeno per dirglielo.

Di fronte alla proteste degli attivisti di Latina e, sopratutto, all’evidenza lapalissiana di un’ingiustizia indifendibile il M5S fa marcia indietro, ma a quel punto Bassoli rifiuta di essere reinserito in un posto in lista che gli avrebbe consentito di entrare in Parlamento.

Gruppo 5 Stelle
Una delle riunioni degli scorsi anni tenuta a Latina. Un tempo le riunioni del gruppo di Latina erano molto frequenti, partecipate e proficue

Ritengo che sulla sua scelta abbia pesato l’evidenza che il Movimento al quale aveva dato sette anni di attivismo costante e di qualità non perdesse occasione per mortificare e delegittimare lui e, sopratutto, gli attivisti/iscritti che lo avevano scelto votandolo democraticamente: prima con l’assurda mancata certificazione alla elezioni comunali di Latina, poi con la immotivata cancellazione dalla lista, di cui si sarebbe accorto soltanto a presentazione ufficiale avvenuta se non avesse per caso letto su Internet un articolo de Il Fatto Quotidiano.

Si seppe dopo (e ciò peggiora la situazione) che Bassoli era stato cancellato dalla lista a causa di un dossier anonimo di carattere denigratorio/diffamatorio predisposto da qualche vigliacco.

VICENDA BONO

Evidentemente non essendo stato oggetto di alcun dossier anonimo (sic), Gianluca Bono ha trovato posto nella lista plurinominale al Senato.

La sua mancata elezione deriva da una serie di circostanze sfortunate e da una grande ingiustizia.

Le circostanze sfortunate sono le seguenti: a) l’elezione al Senato è su base regionale e anche le parlamentarie M5S sono avvenute su base regionale, per cui Gianluca Bono è arrivato terzo superato (direi inevitabilmente) da due candidati della provincia di Roma; b) per la regola dell’alternanza uomo donna Bono ha poi dovuto cedere il suo terzo posto appunto a una donna.

Fin qui siamo nel campo dei meccanismi elettorali e non vi è nulla da commentare.

Ciò che invece deve essere evidenziato e commentato è quella che si è definita una grande ingiustizia.

Domenico Spada
Domenico Spada

Come qualcuno di voi si ricorderà, durante la campagna elettorale destarono grande scalpore le notizie apparse sul conto di Emanuele Dessì, candidato al Senato proprio nel collegio plurinominale ricomprendente anche la provincia di Latina, e precisamente:

Ebbene, se il Movimernto 5 Stelle avesse mantenuto fede all’impegno preso in campagna elettorale di far dimettere Dessì in caso di elezione, Gianluca Bono sarebbe diventato senatore.

Si tratta non solo dell’autore dell’esposto sulla società Terme di Fogliano S.p.A., di cui si parla in questi giorni, ma anche di chi è stato pubblicamente elogiato dal Procuratore della Repubblica di Latina per il lavoro svolto in merito allo sciagurato project financing della piscina comunale concluso con un esposto da cui si è originata l’inchiesta Olimpia.

VALERIA SCOGNAMIGLIO

La donna  a cui Bono doveva cedere il posto per la regola dell’alternanza uomo donna era proprio Valeria Scognamiglio. Quest’ultima però, pur essendo di Latina, si è ritrovata collocata in un collegio plurinominale romano dove non è stata eletta.

È spuntata quindi fuori Marinella Pacifico (la signora di cui si è già parlato innanzi),  la quale da leonessa (da tastiera) si è trasformata in pecora; ha chiuso il proprio profilo Facebook cancellando tutte le castronerie che vi aveva scritto, nonché il video sexy da casalinga disperata, e ne ha aperto un altro intonso.

ATTIVISMO M5S MORTIFICATO

Se, come giustamente dice Toni Ortoleva la situazione M5S a Latina è quella di un partito senza truppe, la ragione risiede semplicemente nella circostanza che i vertici hanno fatto di tutto per mortificare gli attivisti di Latina che da tanti anni si erano impegnati sul territorio.

Alla luce di quanto successo, c’è da domandarsi chi può avere mai voglia di spendere tempo, energie e risorse per il Movimento se poi corre il rischio di essere preso a pesci in faccia. Rimangono quindi gli sconosciuti che non hanno mai fatto attivismo e continuano a non farlo o, peggio ancora, quelli semplicemente alla ricerca di una poltrona.

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