Al via la redazione di una Carte regionale che stabilirà le aree idonee agli impianti di acquacoltura. L’emendamento di La Penna che dichiara: “Simeone strumentalizza su una questione complessa”
“Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale è stato approvato, a larghissima maggioranza, un mio emendamento utile ad apportare la necessaria chiarezza in merito alla complessa vicenda dell’acquacoltura nella nostra regione. Il succitato emendamento, al fine di tutelare l’ambiente, fornisce un supporto tecnico agli Enti Locali a cui è stata intestata dalla Legge Regionale 1/2020 la materia delle concessioni per l’esercizio dell’acquacoltura.
Mediante la redazione di una Carta regionale saranno individuate le aree idonee e non idonee all’insediamento degli impianti destinati all’esercizio dell’attività dell’acquacoltura.
La stessa verrà adottata dalla Giunta Regionale, ferma restando la competenza dei Comuni di decidere riguardo le eventuali aree da concedere all’attività di acquacoltura a seguito degli iter amministrativi previsti per Legge, anche con riguardo al rinnovo delle concessioni in scadenza al 31 dicembre 2020; non vi è alcun nesso fra l’oggetto dell’emendamento e il rinnovo di queste concessioni.
A tal fine gli uffici regionali competenti hanno già provveduto a consegnare agli Enti locali interessati la documentazione relativa agli impianti.
Trattandosi di attività non omologabili ad altre inserite nelle programmazioni dei Piani di Utilizzazione degli Arenili, si è reso necessario provare a dare un supporto tecnico agli Enti Locali.
La nostra visione è chiara: la prospettiva di sviluppo della fascia costiera del sud pontino passa necessariamente attraverso la tutela dell’area sensibile del Golfo e la valorizzazione della sua vocazione turistica e paesaggistica. L’obiettivo di salvaguardare la ricchezza dell’ambiente e del paesaggio rende necessario procedere con interventi concreti che regolino la materia delle concessioni nella direzione auspicata piuttosto che alimentare un dibattito spesso strumentale avulso dalla realtà dei fatti. Non tutte le aree del Lazio sono interessate da un’Area Sensibile ed in tal senso è opportuno che le scelte che verranno operate rispettino criteri stabiliti attraverso valutazioni tecniche di valore scientifico che la Carta Regionale è in grado di fornire.
Sono dispiaciuto, anche se non sorpreso, dalla volontà del collega Simeone (ndr: Giuseppe Simenone, consigliere regionale di Forza Italia) di strumentalizzare, con toni propagandistici e molto poco tecnici, un intervento teso a mettere ordine nella materia e a concedere al contempo supporto e autonomia decisionale ai territori, finalmente protagonisti nel poter pianificare il loro futuro in questo ambito.
Lo stesso consigliere Simeone che nel 2016 dichiarava: “Impianti di mitilicoltura, da oggi finalmente i Comuni avranno un ruolo fondamentale nelle decisioni che riguardano il futuro del loro territorio. Il consiglio regionale ha infatti approvato un emendamento alla proposta di legge n.153, con il quale si introduce un articolo riguardante l’autorizzazione per gli impianti di acquacoltura e mitilicoltura sulla costa laziale. Con questo atto il Comune finalmente potrà entrare nel merito delle decisioni ed esprimerà ai fini del rilascio dell’autorizzazione per gli impianti di acquacoltura e mitilicoltura in mare, un parere sulla compatibilità dell’impianto con le attività turistiche ed economiche presenti nell’area. Da oggi in poi, quindi, senza il parere del Comune gli impianti non potranno essere realizzati. In questo modo chiudiamo per sempre la sommarietà con cui sinora si è agito e diamo ai Comuni la possibilità di autodeterminarsi su scelte fondamentali per il loro futuro. I Comuni, infatti, quali enti regolatori del proprio territorio sono il soggetto più idoneo per dare parere sulla compatibilità dell’impianto con le attività e le peculiarità del territorio che rappresentano”.
Lo dichiara Salvatore La Penna (Consigliere Regionale PD).