Lunghe code, gente furiosa e furbetti del sorpasso: questo è lo scenario che si registra oggi e verificato nei giorni addietro al Drive-in di Latina dove a lavorare c’è un solo operatore
In fila per i tamponi al Drive-in dell’ex Istituto Sani-Salvemini è il nuovo incubo che ogni cittadino di Latina e provincia spera di evitare, considerato che i casi aumentano costantemente (oggi altri 24 in 24 ore) e il rischio di essere i prossimi a doversi sottoporre al test rapidi esiste.
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Non è cambiato molto l’iter dei tamponi dopo il trasferimento del Drive-in dall’Ospedale del Santa Maria Goretti all’ex Istituto Sani-Salvemini, un tempo sede di geometri, universitari e infine lasciato per anni senza destinazione.
Da ieri, mercoledì 30 settembre, come noto, i tamponi si fanno in Viale Le Corbusier 393 a Latina, a due passi dalla Pontina dove si stagliano, all’orizzonte, da una parte i cosiddetti Palazzoni della Q4 e poco più in là il rudere per antonomasia, segno evidente di mala-amministrazione: l’ex Icos che muore ogni giorno di più.
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Come si vede dai video (guardali di seguito) che ci ha inoltrato un lettore (Pasqualino Pisano), la situazione oggi come ieri (e l’altro ieri al Goretti) è al limite. Anche oggi come ieri (e l’altro ieri) è possibile che prima o poi occorra l’intervento delle Forze dell’Ordine perché i cittadini, tutti in fila ad aspettare il tampone, non sanno più a chi appellarsi (non c’è nessuno che dia indicazioni e tutto è lasciato alla meno peggio) e qualcheduno, magari più impaziente degli altri, potrà dare in escandescenze. Persone che sono in fila dalle 9 di stamani, altri ancora che sono arrivati prima dell’albeggiare, alle 5 di mattina, e sono riusciti a sbrigarsela alla mezza (mezzogiorno). Nessuna possibilità di andare in bagno o di mangiare se non fosse per qualche esercizio di somministrazione cibo e bevande della zona che già si è attrezzato e ha inviato qualche dipendente a chiedere ordinazioni.
La gente nelle auto sta male: chi perché attendere è estenuante, chi perché ha l’impegnativa del medico ed è preoccupato di avere contratto il virus, chi perché effettivamente ha perso gusto, olfatto, si sente addosso quel filo o più di febbre. In quest’ultimo caso, sta male davvero e aspettare tra ansia e preoccupazione non è proprio l’augurio che si desidera di ricevere.
Ad accogliere i cittadini all’ex Istituto Sani-Salvemini, con code che si allungano fino al supermercato MD e ancora più giù fino alla rotatoria se non dall’altra parte, a partire dall’ex Centro Meccanografico, se mai ce la faranno ad arrivare e non vengano rimandati al dì venturo, risulta lavorare un solo operatore (dopo qualche ora, ad aiutarlo, un’altra persona per la registrazione dei nominativi) che farà il tampone. E la fila si ingrossa sempre più, e la rabbia sale.
Non mancano neanche quelli che hanno inaugurato una nuova categoria: dopo i furbetti del quartierino di inizio millennio, adesso abbiamo i più innocui furbetti del tampone che, però, di fastidio ne arrecano parecchio a chi diligentemente e urbanamente aspetta in fila.
Nessuno sa quando finirà la tragedia della pandemia, è certo invece che l’organizzazione da parte di enti e autorità è tutto. E, per ora, almeno a Latina, siamo ancora molto lontani dalla decenza.