Nativo della provincia di Caserta, a Dragoni, 46anni, da oggi il Colonnello Lorenzo D’Aloia è il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina
L’alto Ufficiale arriva a Latina con un bagaglio di esperienze di primissimo livello. Dopo aver frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli e l’Accademia Militare di Modena, riveste l’incarico di Comandante di Compagnia presso la Scuola Marescialli e Brigadieri di Velletri, quindi guida le Compagnie territoriali dei Carabinieri di Sapri e Pozzuoli.
Trasferito a Napoli, dal 2007 al 2013, è Comandante del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Napoli.
Ha frequentato successivamente il corso ISSMI presso il Comando Scuole dell’Arma, riservato agli alti Ufficiali della Benemerita, prima di essere trasferito a Roma, rivestendo nuovamente dal 2014 ad oggi, l’incarico di Comandante del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri del Comando Provinciale della Capitale.
Oggi, 28 settembre 2020, è il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina, avvicendandosi al Colonnello Gabriele Vitagliano, destinato a ricoprire altro prestigioso incarico presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
D’Aloia, peraltro, è assurto agli onori delle cronache nazionali per la sua testimonianza nel processo sui depistaggi per la morte di Stefano Cucchi.
Il neo-Comandante provinciale di Latina espresse, nella sua deposizione, il suo disappunto su come furono acquisiti alcuni da parte dei colleghi, alcuni dei quali imputati nel processo. “Si era deciso di chiedere l’acquisizione degli atti alle varie stazioni. La delega era stata data dalla Procura al reparto operativo guidato all’epoca da Lorenzo Sabatino. Nel dettaglio dell’attività non sono mai entrato perché io guidavo il reparto investigativo. Io avevo informazioni generiche anche dal comandante Tiziano Testarmata a cui Sabatino aveva affidato l’incarico. Tutti i documenti venivano portati a San Lorenzo in Lucina e non a via in Selci e per questo io non li vedevo. Ma io ero perplesso su queste modalità di acquisizione“. Al momento di queste dichiarazioni, nel mese di luglio scorso, il colonnello Lorenzo D’Aloia era Comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma.
“L’alternativa a questa modalità era andare a fare le acquisizioni direttamente redigendo un verbale, cosa che non è avvenuta. In quel modo – spiegò D’Aloia – si poteva dare atto di ciò che avveniva. Io avrei scelto questa modalità. Testarmata mi disse che nella stazione di Tor Sapienza non c’erano documenti cartacei, ma solo in digitale, sulla vicenda Cucchi. Ne ero esterrefatto“.