Toponomastica sull’Isola di Ponza: approvato un piano e spesi dei soldi, ora spunta una determina che indice un ulteriore gara per un nuovo studio con un costo lievitato di 250mila euro. La nota durissima dell’opposizione che chiede le dimissioni dell’ex Vice-Sindaco Eva La Torraca, da un mese responsabile degli Affari Generali del Comune
La storia la raccontano i quattro consiglieri di opposizione all’amministrazione del Sindaco Francesco Ferraiuolo: Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli.
Si parte nel 2012 quando il Commissario Prefettizio vara il Regolamento attuativo per iniziare a porre un freno a un problema annoso dell’isola lunata: “tante strade non censite, tante strade senza nome, tante abitazioni senza un numero civico, tanto caos su chi vi abitava e tanti disagi per tutti. Come la posta respinta al mittente, atti non consegnati, omonimie a gogò… Una situazione di illegalità, anche rispetto all’Istat e all’Agenzia delle Entrate“.
Al che la Giunta Vigorelli (quando Pietro Vigorelli, ora consigliere comunale, ricopriva il ruolo si primo cittadino) nomina una Commissione per la toponomastica. L’11 maggio del 2015, con la delibera di Giunta n. 86, l’Amministrazione Vigorelli dà il via alle operazioni per realizzare la toponomastica. Il lavoro di censimento delle strade e sentieri, delle abitazioni e dei loro abitanti, della sovrapposizione con le mappe catastali, dell’accertamento sulla regolarità di pagamento dei tributi, viene affidato alla ditta ResGea Srl, società Spin Off dell’Università di Chieti “Gabriele D’Annunzio2. Costo: 31.537 euro (più Iva) che, tanti o pochi, garantiscono al Comune di non spendere nulla in ragione del fatto che i soldi sono a carico della Regione Lazio da cui l’amministrazione ha ottenuto un finanziamento.
La ResGea inizia il suo lavoro catalogando e censendo strade e abitazioni e, nel febbraio 2017 (Amministrazione Vigorelli), consegna la mappatura dell’incrocio fra accessi abitativi e dati catastali; nell’ottobre del 2017 (amministrazione Ferraiuolo), arriva lo stradario.
Poi, nel luglio e nell’ottobre 2018, nonché nel marzo 2019, ci sono ancora vari aggiornamenti dello stradario, con l’intervento di tecnici e di consiglieri comunali di Ponza.
Insomma, sembrava cosa fatta se non fosse che mancavano solo i nomi delle strade, “ma questa” – come si legge nella nota dei quattro consiglieri di minoranza – “era ed è competenza del Comune“.
Una competenza che l’amministrazione Ferraiuolo esercita poiché “la Giunta nomina una commissione consultiva, che battezza e ribattezza i nomi delle 450 strade“. Un lavoro che, però, i consiglieri di opposizione definiscono un “pasticcio che tutti ricordiamo…Via Scarpellini che assume 7 nomi diversi, il Corso Pisacane che si frazione per 3, cancellata Via Roma perché toponimo fascista, strade intitolate solo a confinati di fede comunista, mancata autorizzazione Prefettizia per il cambio dei toponimi e compagnia cantando“.
Al netto del “pasticcio”, l’amministrazione Ferraiuolo, con la delibera n. 92 del 3 luglio 2019, approva “tutto il lavoro svolto dalla società ResGea come pienamente confacente agli obiettivi e dettami prefissati dall’Amministrazione Comunale”, più i “i lavori della Commissione per la toponomastica”. A votare la delibera di Giunta anche Eva La Torraca che, all’epoca, è Vice-Sindaco.
È oggi, però, a distanza di un anno, che secondo i consiglieri di opposizione arriva “il bello”. Eva La Torraca, non più Vice-Sindaco ma responsabile degli Affari Generali del Comune, firma la Determinazione n. 293 con cui indice una gara telematica, con annesso capitolato speciale e disciplinare di gara, per realizzare la toponomastica a Ponza.
Ecco, allora, che i consiglieri di opposizione si domandano che fine abbia fatto tutto il lavoro svolto precedentemente e che aveva vidimato studi e stradario, con tanto di delibera di Giunta, persino votata dall’allora Vice-Sindaco La Torraca, che approvava il risultato della ResGea.
Che bisogno c’è di compiere una mappatura che già si è conclusa e neanche in poco tempo, circa sette anni?
Ma il problema non è solo il doppione di un lavoro già concluso ma anche il prezzo. Se, infatti, la ResGea aveva concluso lo studio per poco più di 30mila, oggi, con la determina firmata da La Torraca, il costo, a quanto riportano i consiglieri di opposizione, è spropositato: 277.950,00 euro più Iva per una mappatura che, in teoria, è già disponibile e con l’aggravante che, mentre la ReGea è stata pagata con soldi regionali, ora i denari sono comunali “imputati in un bilancio che ancora non è stato redatto dalla Giunta e approvato dal Consiglio Comunale“.
“Un Comune che ha oltre 6 milioni di euro di disavanzo e che per questo non ha ridotto le tasse ai Ponzesi come pure prevedono i decreti del Governo nazionale – scrivono Ambrosino, Feola, Sandolo e Vigorelli – si permette quindi il lusso di spendere 277.950 euro come fossero noccioline, per rifare un lavoro già fatto e che non è costato un solo euro…È un Comune da ricovero“.
Una decisione che lascia sconcertati i consiglieri i quali, adesso, chiedono che Eva La Torraca revochi “in autotutela questa sua determinazione n. 293“.
“Siamo convinti – incalzano i consiglieri – che, con questo atto vergognoso, il “periodo di prova” della Sig.ra Eva La Torraca debba essere considerato come concluso in modo negativo“. E invitano Ferraiuolo “a procedere immediatamente alla recessione del contratto“.
“In caso contrario – concludono – il sindaco si assume tutte le responsabilità politiche e amministrative di questi errori e orrori“.