L’Associazione Lapis , l’Associazione il Fortino, Meet Up Circeo 5 Stelle, il Partito Democratico di San Felice Circeo hanno pubblicato una nota in cui si evidenziano tutti i limiti e le criticità derivanti dall’ordinanza sindacale n.36 dello scorso 15 giugno. Le misure contenute nel provvedimento, secondo le associazioni che hanno sottoscritto il comunicato, perseguirebbero solo formalmente lo scopo di prevenire e gestire l’emergenza epidemiologica derivante dal Covid-19 sulla scorta delle ordinanze regionali del 19 maggio (la n.42) e del 5 giugno (la n.46). Nei fatti nel provvedimento comunale sarebbe contenuta una vera e propria delega a favore dei concessionari ad ampliare, senza troppi limiti, i propri stabilimenti a danno della spiaggia. Una delega che sfavorirebbe gli stessi sanfeliciani e i turisti meno abbienti. Di seguito il testo dell’invito rivolto al Sindaco Giuseppe Schiboni affinché revochi l’ordinanza:
Le aree di arenile e scogliera con libero accesso del comune di San Felice Circeo sono esigue e non proporzionate al flusso turistico. Questo a causa delle innumerevoli strutture economiche private, ma soprattutto una insufficiente politica di protezione e sviluppo delle aree libere. Ad oggi esistono tratti di spiaggia liberi tra i diversi stabilimenti balneari: sono quelli di minor pregio perché prospicenti i frangiflutti, mentre per quanto concerne la scogliera, gli unici accessi fruibili sono quello oggetto di donazione negli anni 50 da parte del barone Aguet al Comune di San Felice Circeo. L’accesso alla parte più cospicua del promontorio, tramite la strada delle Batterie (comprata negli anni ’80 da un consorzio di privati per una cifra ridicola di 1 milione di lire), è tuttora controverso e oggetto di limitazioni. A questi si aggiungono, spiagge di maggior frequentazione di Torre Paola, del Porto e quella denominata “la fratta”, sulla spiaggia di levante e tratti dopo Torre Olevola , verso Terracina.
L’ordinanza sindacale del Comune di San Felice Circeo n. 36 dello scorso 15 giugno faceva seguito ad altro atto, che inspiegabilmente, e in controtendenza con le località turistiche limitrofe, vietava, fino a pochi giorni fa, la balneazione nelle aree menzionate di libero accesso (ord. Sindacale n.29 del 29.05.2020).
L’ordinanza in oggetto prevede che gli stabilimenti balneari si possano ampliare occupando le spiagge libere come riportato testualmente (1.2 “Estensione temporanea ex art. 24, comma 2, Regolamento cod. nav.”): ” I concessionari, in virtù dell’art. 24, comma 2, del Reg. cod. nav., possono richiedere in via straordinaria, a titolo di variazione, l’estensione su una superficie di spiaggia libera della zona concessa.
Si stabilisce testualmente :
“A seguito dell’istanza, che dovrà pervenire entro e non oltre lunedì 22 giugno 2020, l’Ufficio comunale per il Demanio Marittimo procede all’istruttoria nel rispetto della norma del codice della navigazione de quo, come indicato dalla nota della Regione Lazio acquisita al protocollo comunale n. 9074 del 22 maggio 2020.
I concessionari autorizzati all’estensione temporanea, devono garantire la pulizia, la sorveglianza, la sicurezza e l’assistenza ai bagnanti su una superficie lineare di spiaggia libera pari a quella concessa in estensione lineare.
L’ordinanza definisce alcuni gravi divieti in merito alla fruibilità delle aree balneari di libero accesso. Ovvero che quelle che con “fronte mare” inferiore a 20 metri non siano fruibili, con divieto di accesso e balneazione.
Infatti da ordinanza in oggetto (Art. 2 “SPIAGGE LIBERE”) si cita:
“Le spiagge libere di cui alla lettera A (spiagge libere in prossimità di accessi al mare; spiagge libere presenti tra zone in concessione se inferiori a 20 metri lineari fronte mare) non sono fruibili per tutta la durata dell’emergenza epidemiologica in corso. Sulle stesse, dunque, vige il divieto assoluto di sosta in qualsiasi forma.”
- L’ordinanza non prevede alcun tipo di limitazione all’ampliamento sulle spiagge libere. Ovvero non vengono fissati parametri a garanzia delle aree libere.
- L’ordinanza non prevede un limite temporale all’ampliamento concesso, ma si limita a definire l’evento “straordinario” e “temporaneo”, senza fissarne i termini.
Il menzionato art. 24, comma 2, Regolamento cod. nav. non prevede l’ampliamento provvisorio o temporaneo delle concessioni, ma il semplice ampliamento, senza specifici limiti temporali.
Inoltre lo stesso articolo riporta: «Qualsiasi variazione nell’estensione della zona concessa o nelle opere o nelle modalità di esercizio deve essere richiesta preventivamente e può essere consentita mediante atto o licenza suppletivi dopo l’espletamento dell’istruttoria. Qualora, peraltro, non venga apportata alterazione sostanziale al complesso della concessione e non vi sia modifica nell’estensione della zona demaniale, la variazione può essere autorizzata per iscritto dal capo del compartimento, previo nulla osta dell’autorità che ha approvato l’atto di concessione».
Quindi, chiaramente una variazione nell’estensione degli stabilimenti balneari possa esserci “qualora, peraltro, non venga apportata alterazione sostanziale al complesso della concessione e non vi sia modifica nell’estensione della zona demaniale“. La regione Lazio ha stanziato 6 milioni di euro per i comuni del Litorale (ordinanza regionale N°7874 del 19/05/2020).
Il provvedimento riporta testualmente:
“I fondi regionali potranno essere usati dai Comuni per mettere in campo tutte le azioni che riterranno necessarie per assicurare una frequentazione sicura degli arenili, in particolar modo le spiagge libere, e dei lungomari… Sei milioni di euro per aiutare i Comuni del Litorale a gestire spiagge libere e lungomare in tutta sicurezza durante la prossima stagione balneare. Questa la cifra che è stata stanziata con una delibera approvata dalla Giunta regionale in vista delle spese straordinarie che gli enti locali affacciati sul Tirreno dovranno sostenere per garantire ai turisti un accesso al mare senza rischi in un’estate che sarà caratterizzata da restrizioni dovute al perdurare dell’emergenza Coronavirus.”
“La somma verrà ripartita tra i Comuni litoranei in funzione di due parametri: la popolazione e la lunghezza di arenile libero – ossia delle spiagge libere e libere con servizi – del loro territorio …Le somme spettanti a ciascun ente locale, almeno 100.000 euro, ”
“I fondi regionali potranno essere usati dai Comuni per mettere in campo tutte le azioni che riterranno necessarie per assicurare una frequentazione sicura degli arenili, in particolar modo le spiagge libere, e dei lungomari. Potranno quindi, a titolo di esempio, trovare soluzioni che assicurino il distanziamento sociale ed evitino assembramenti, intervenire per garantire una frequente pulizia e la sanificazione degli arenili, istallare servizi igienici, organizzare il servizio di salvamento durante la balneazione e la sorveglianza del litorale …..”
Quindi l’importo spettante al Comune di San Felice Circeo è di 100.000,00 euro a fronte di un fronte mare libero pari a 3190 metri lineari, comprensivi della scogliera, che praticamente non è fruibile.
Quindi la Regione Lazio ha devoluto al Comune di San Felice una cifra considerevole (100 mila euro), proprio per la gestione delle spiagge libere e aree costiere, al fine di renderle agibili in sicurezza, come previsto dalla ordinanza regionale menzionata.
Poiché il provvedimento in oggetto
- non prevede alcun tipo di limitazione all’ampliamento sulle spiagge libere, si potrebbe determinare il restringimento dei tratti di spiaggia libera esistenti, portandoli sotto i 20 metri e quindi rendendoli di fatto non fruibili, per effetto dello stesso provvedimento.
- Potrebbe di fatto comportare la soppressione di gran parte gli accessi al mare sul versante sud, ovvero le spiagge.
- Di fatto è in controtendenza con gli orientamenti e direttive regionale, che addirittura finanzia la gestione pubblica delle aree demaniali libere per garantirne la fruizione sicura.
- E’ in controtendenza con gli altri comuni costieri limitrofi, che non risulta abbiano preso simili iniziative.
- Determinando una rilevante ulteriore limitazione delle aree balneari libere, potrebbe causare danno all’economia generale del paese, facendo perdere flusso turistico.
- Farà sì che il costo della situazione sarà pagato dalle fasce più deboli di Turisti e Sanfeliciani, che non possono accedere alle strutture private.
Nascono naturali alcune considerazioni
- l’ordinanza in oggetto, si configura di fatto come una estensione senza limiti temporali indicati delle concessioni private, a danno dei già carenti e limitati accessi liberi e quindi della collettività tutta.
- l’Amministrazione Comunale, benché beneficiaria di fondi specifici ed ingenti per la gestione delle aree libere, sta cercando di delegare la gestione delle stesse a privati.
- Relativamente al finanziamento di 100.000,00 euro stanziati dalla regione Lazio , nell’ordinanza non si menzionano le aree oggetto di intervento e le iniziative che si intende intraprendere come “auspicato” dalla regione Lazio (assicurare una frequentazione sicura degli arenili, in particolar modo le spiagge libere).
- Il provvedimento in oggetto potrebbe causare un verosimile danno economico futuro per l’intero paese determinato dalla probabile perdita di flusso turistico.
I partiti e le associazioni estensori di questa denuncia pubblica , invitano il Sindaco alla revoca immediata dell’ordinanza in oggetto ed invitano i cittadini a manifestare il loro dissenso.