Al 31 dicembre 2019, Sezze era al 21,62% di raccolta differenziata, appena tre punti percentuali e mezzo sopra i dati del 2018 (18,1%). Nonostante i finanziamenti assegnati dalla Provincia, il comune più popoloso dei Lepini è al penultimo posto davanti alla sola Isola di Ponza e lontana anni luce da centri quali Fondi e Norma prossimi all’85%.
La normativa nazionale fin dal 2006 stabiliva che i Comuni avrebbero dovuto raggiungere la soglia del 65% di differenziata entro il 2012. Sono successivamente intervenute deroghe che hanno di fatto posticipato questo obiettivo al 2020, traguardo comune per i cittadini e le Amministrazioni sia italiani che europei.
In questo quadro i sei consiglieri di minoranza hanno presentato oggi una mozione, indirizzata al Presidente della massima assise cittadina Enzo Eramo e al Sindaco Sergio Di Raimo, in cui si invita l’intero Consiglio ad avviare una attenta riflessione per invertire la rotta ed adottare misure correttive per l’elaborazione di un nuovo Piano di riorganizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti.
L’opposizione consiliare che va dal gruppo “Biancoleone” a quello di “Sezze Bene Comune” passando per Giovanni Bernasconi di “Italia Viva”, si legge nel testo del documento, impegna primo cittadino e Giunta affinché venga fatta in Consiglio comunale una ricognizione del servizio di raccolta dei rifiuti per affrontare tutte le criticità esistenti.
Nell’anno 2020 il costo del servizio di raccolta sarà di circa 4,3 milioni di euro, mentre la PMF con incarico professionale conferito dalla società municipalizzata SPL aveva proposto due soluzioni al di fine di riorganizzare il servizio di igiene urbana: il porta a porta spinto con costo annuo pari a 2,3 milioni di euro e la raccolta mista ingegnerizzata con costo intorno ad 1,7 milione di euro. Durante lo scorso settembre l’assessore con delega all’Ambiente Giancarlo Siddera aveva annunciato che la via intrapresa dall’Ente sarebbe stata il porta a porta con l’ integrazione di più compostiere dislocate su differenti punti del territorio. Biancoleone e Bernasconi avevano in quell’occasione argomentato come la seconda soluzione avrebbe comportato investimenti di capitale sì inizialmente ingenti, ma nel lungo-medio termine avrebbe portato a percentuali di differenziata superiori.
Alla prossima seduta assisteremo ad un’ulteriore contrapposizione tra Giunta e opposizione sul tema.