Giovanni Scavazza, il 67enne accusato di aver provocato l’attentato all’Ente Parco del Circeo, è stato condannato a 3 anni di reclusione
Il 24 giugno fu scoperto all’alba il tentativo di intimidazione da parte di qualcuno che aveva posizionato tre taniche di gasolio davanti alla sede della direzione degli uffici dell’Ente, a Sabaudia. Inoltre fu rovesciato il combustibile (quasi centro litri di gasolio) facendolo penetrare all’interno dei locali e utilizzando anche della plastica, in modo da incendiare una vicina centrale termica. Un tentativo di esplosione andato, fortunatamente, a vuoto.
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Accanto alle taniche fu lasciata una busta, aperta poi dagli artificieri, contenente 4 cartucce a palla calibro 12 utilizzate per la caccia al cinghiale, indirizzata al Luogotenente Alessandro Rossi, Comandante della Stazione di Sabaudia del Parco dei carabinieri forestali alle dipendenze funzionali dell’Ente Parco. Nella busta una lettera minatoria rivolta al Carabiniere.
Tre mesi dopo, a settembre 2019, Giovanni Scavazza fu arrestato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina dopo che l’uomo si era recato in Procura per confessare di essere l’autore materiale (poi ottenne i domiciliari dove si trova tuttora) – anche il figlio Nicolò è stato indagato a piede libero.
Oggi Scavazza doveva rispondere di tentato incendio, minacce a pubblico ufficiale e detenzione delle munizioni. Giudicato col rito abbreviato, il pm Andrea D’Angeli ha chiesto 4 anni ma il giudice dell’udienza preliminare lo ha condannato a tre anni. Oltre alla pena, anche un risarcimento danni di 50mila euro nei confronti dell’Ente Parco.