È notizia di oggi il provvedimento di chiusura delle indagini della Procura di Firenze, nella quale vengono ipotizzati nei confronti di 71 persone, coinvolte a vario titolo, reati che vanno dal falso all’associazione a delinquere finalizzata ad attuare una procedura facilitata per lo svolgimento e il superamento degli esami nell’ambito della Link Campus University.
La vicenda vede coinvolti anche 5 pontini, e precisamente:
Pasquale Russo, 62 anni, originario di Minturno e residente a Roma, consigliere e direttore generale con funzioni amministrative della Link Campus University;
Felice Romano, 57 anni, anche lui originario di Minturno e residente a Roma, segretario generale nazionale del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia);
Andrea Pisaniello, 36 anni, di Aprilia, dipendente dell’Università e studente nella stessa;
Alessandro Pisaniello, 64 anni, di Aprilia, componente del direttivo nazionale del Siulp;
Alessandro Di Giacomo, 27 anni, di Gaeta, studente.
GLI ESAMI TANTO AL CHILO
Probabilmente il titolo che meglio sintetizza la situazione è quello scelto da Latina Editoriale Oggi per l’articolo interessante e approfondito della giornalista Graziella Di Mambro sull’argomento: “Esami regalati alla Link University – il gioco dei corsi con firme pontine”.
Secondo l’impianto accusatorio le modalità di svolgimento degli esami non erano ortodosse, tanto che addirittura i candidati avrebbero conosciuto in anticipo le domande.
Le contestazioni della Procura di Firenze non riguardano tutti gli esami e tutti gli studenti, ma sono focalizzate in particolare su alcuni studenti lavoratori (anch’essi indagati) che non risiedevano a Roma ed erano iscritti alla Link Campus University tramite il Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia).
È emerso invero che tra la Link Campus University e personaggi di spicco nazionale del Siulp vi fossero rapporti molto stretti.
Come spiegato nell’articolo di Graziella Di Mambro, il 18 aprile 2017 viene stipulata una convenzione tra la Link Campus University e la Fondazione Sicurezza e Libertà.
In questa fondazione dall’accattivante e impegnativo nome sono presenti appunti Felice Romano, che ne è il Presidente e legale rappresentante, e Alessandro Pisaniello.
Ovviamente, come in tutte le Fondazioni che si rispettano, le finalità sono bellissime, meritevoli e quasi commoventi: “Favorire la formazione, l’istruzione e l’aggiornamento del personale”. Secondo la Procura di Firenze le cose non starebbero proprio così.
Ora non ci rimane che attendere gli sviluppi della situazione, in modo che il popolo italiano, sia quello che non è andato all’Università sia quello che è andato all’Università senza la protezione di un convenzione, possa sapere come siano andate effettivamente le cose.
LINK CAMPUS UNIVERSITY…QUESTO NOME NON CI È NUOVO
La Link Campus University (ha sede a Roma ed è una filiale dell’Università di Malta) è balzata agli onori (sic!) della cronaca già alcuni mesi fa, nell’ambito di una trama di spionaggio internazionale per le mail rubate dagli hacker russi alla candidata democratica Hilary Clinton e offerte all’entourage di Donald Trump da Joseph Mifsud.
Quest’ultimo è un accademico maltese con un contratto proprio alla Link Campus University di Roma e di lui si sono perse le tracce dal 2018, anche se stando ad alcune indiscrezioni sarebbe stato nella capitale fino ad aprile 2019.
Ci siamo quindi già occupati dell’ateneo maltese, anche perché pure in quella occasione rilevammo una presenza pontina.
Dal 18/6/2015 ricopre la carica di componente del collegio sindacale nella Link Campus University di Roma il Rag. Carlo Aberto Zaccheo, anche detto Raùl Castro per essere per lo più conosciuto in città come il fratello dell’ex Sindaco Vincenzo Zaccheo.
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VINCENZO SCOTTI, UN UOMO PER TUTTE LE STAGIONI
La Link Campus University è stata fondata ed è presieduta da Vincenzo Scotti.
Nato a Napoli il 16/9/1933, ha avuto una lunga carriera ai vertici della Democrazia Cristiana, ricoprendo la carica di ministro in diversi dicasteri importanti dal 1978 al 1992.
È stato poi rispolverato da Berlusconi come sottosegretario agli esteri (12/5/2008 – 8/11/2011), proprio in tale periodo, ed esattamente il 21/9/2011, guarda caso viene emesso il decreto per la fondazione della Link Campus University.
Ora Vincenzo Scotti è il principale indagato in questa storia che, al di là degli aspetti penali della stessa e della sussistenza o meno di fattispecie di reato, ai comuni mortali (e cioè, ripetiamo, a quelli che non sono andati all’Università e a quelli che l’hanno frequentata senza l’ombrello di una convenzione) puzza parecchio di bruciato.
Abbiamo motivo di ritenere che Vincenzo Scotti non sia affatto preoccupato da questa indagine. Infatti per uno come lui, abituato a ben altro, un po’ di esami regalati sono quisquilie e pinzillacchere (come direbbe Totò).
I FONDI NERI DEL SISDE
Nel 1993 Vincenzo Scotti viene rinviato a giudizio per peculato e abuso d’ufficio in relazione allo scandalo dei fondi neri del Sisde (Sevizio di informazioni per la Sicurezza democratica).
Mentre la vicenda penale si chiude per intervenuta prescrizione, la Corte dei Conti lo condanna al risarcimento allo Stato dell’importo di € 2.995.450, giudicandolo colpevole, insieme al direttore del Sisde Alessandro Voci, di aver fatto acquistare un palazzo a Roma con fondi riservati del Sisde a un prezzo maggiorato di 10 miliardi di lire.
LE SALE BINGO
Un’inchiesta di Report del 1º ottobre 2002, intitolata “Dietro al Bingo”, rivela alcuni retroscena sulla legalizzazione del gioco della tombola (rinominata in Bingo) e gli inquietanti coinvolgimenti politici nel nuovo business.
Nella vicenda, che non determinerà mai l’esercizio di alcuna azione penale, viene coinvolto (giornalisticamente) anche Vincenzo Scotti, fondatore insieme a Luciano Consoli di “Formula Bingo”, società di cui è presidente.
La società in questione svolge consulenze per l’apertura delle sale bingo e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni messe in campo sino a quel momento, grazie anche all’alleanza con “Codere”, una multinazionale spagnola del gioco d’azzardo.
Con questa operazione “Formula Bingo” guadagna l’1,50% su ogni cartella venduta dalla sue 214 consociate. Nel frattempo Scotti diventa anche presidente di Ascob, l’associazione dei concessionari, e, da Senatore della Repubblica (evidentemente sempre più affamato di soldi e di potere), esercita pressioni per rendere abusive le tombole nei circoli (grazie al cielo risparmia quelle natalizie in casa tra familiari) e per consentire l’introduzione di slot machine e videopoker nelle Sale Bingo (in modo che il fatturato della sua società possa crescere ulteriormente).
UN PAESE DI M….
Se qualcuno di voi sta pensando, ingiustamente, che solo in un Paese di m…. potrebbe succedere che un personaggio con tali caratteristiche diventi il Presidente di una Università, vi facciamo presente che la Link Campus University è una Università privata e, quindi, l’onore della nostra amata Italia è salvo (anche se, come detto, il decreto per la sua fondazione viene emesso dal Governo italiano con Vincenzo Scotti che ne è un esponente – ma facciamo finta che si tratti di un dettaglio insignificante).
Se invece qualcuno di voi sta pensando, ovviamente altrettanto ingiustamente, che solo in un Paese di m…. potrebbe succedere che un personaggio con tali caratteristiche possa essere stato destinatario di una onorificenza come la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte… con tutta onestà non sappiamo come rispondervi.
L’ITALIA DEL CAMBIAMENTO?
Comunque non dobbiamo abbatterci.
La vicenda Scotti è solo una delle tante inevitabili scorie del passato, ma ora stiamo vivendo nell’Italia del cambiamento ed è tutto più bello, chiaro e pulito e sarà sempre più bello, chiaro e pulito.
Peccato però che essere l’Italia del cambiamento è una impresa talmente enorme e faticosa che delle volte ci si può anche distrarre un pochettino.
Del resto non è cosa di tutti i giorni annunciare da un balcone (anzi da un balconcino), con tanto di bottiglie stappate e di bevuta collettiva tipo podio di Formula uno, che è stata abolita la povertà.
Il problema è che a furia di distrazioni ci vuole un attimo a passare dall’Italia del cambiamento a quella del Gattopardo
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”
Purtroppo la vicenda complessiva della Link Campus University, dalla sua fondazione alla sua gestione caratterizzata da intrecci e ambiguità, può essere considerato un esempio dei giorni nostri della frase pronunciata da Tancredi, nipote del principe di Salina, nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
La questione, per essere sviscerata e illustrata, ha bisogno però di un articolo ad hoc.