Dopo una giornata drammatica con 793 morti in 24 ore (per un totale di 4.825 dall’inizio della pandemia), il presidente del Consiglio Giuseppe Conte stringe ancora di più il cerchio: chiuse le fabbriche
“Questa è la sfida più difficile dal dopoguerra“, dice il premier Conte in una diretta dai toni drammatici.
“Chiuderemo tutte le attività produttive non cruciali. Ma resteranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi e finanziari”.
Questa crisi, ha detto Conte, “lascerà un segno indelebile in noi anche quando tutto questo sarà finito. Le immagini che vediamo ogni giorno alla tv ci rimarranno per sempre nella memoria. La morte di così tanti cittadini è un dolore che si rinnova di giorno in giorno: non sono numeri, ma persone. Le misure già adottate necessitano tempo per vedere gli effetti. Sono misure severe, ma non abbiamo alternative e dobbiamo rispettare le regole. In questo momento dobbiamo resistere, solo così tuteliamo noi stessi e le persone che amiamo, stando a casa. Un sacrificio minimo, se paragonato a quello dei nostri concittadini negli ospedali, nei supermercati, sulle strade che lavorano per tutti noi. Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo, chiudendo in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia indispensabile per produrre beni di prima necessità o strategica per il paese al momento. Abbiamo lavorato con i sindacati per stilare una lista: resteranno aperti supermercati e negozi alimentari, senza restrizione di giorni od orari. Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, trasporti, assicurazioni, banche. Al di fuori delle attività essenziali, consentiremo solo il lavoro in modalità smart working. Rallentiamo il livello produttivo del paese, ma non lo fermiamo. È una decisione che si rende necessaria oggi: l’emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica, ma già lo sapevamo. Lo Stato però c’è e ripartiremo rialzando la testa, grazie alle misure straordinarie che prenderemo. Presto potremo tornare nelle piazze, dai nostri cari, negli uffici, nelle fabbriche.“.
“Invito tutti a mantenere la calma, no ad accaparramenti – ha proseguito – Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere un solo anello questa catena saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti. Quelle rinunce che oggi ci sembrano un passo indietro domani ci consentiranno di prendere la rincorsa. Uniti ce la faremo“.
Rimangono aperti supermercati, farmacie e servizi essenziali che si intendono essere agricoltura, pesca, industria alimentare e delle bevande, informazione (anche le edicole aperte) e comunicazione. Le nuove misure saranno in vigore fino al 3 aprile.