Saranno processati al Tribunale di Velletri con il rito immediato, a partire dal prossimo 15 aprile, i 28 accusati di far parte del clan Fragalà
Era il 4 giugno dello scorso anno quando l’operazione “Equilibri” condotta dai Carabinieri smantellò il clan Fragalà tra Pomezia, Torvajanica e Ardea. I Carabinieri del Ros coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma ritrovarono anche una formula manoscritta per l’affiliazione di nuovi componenti al clan mafioso Fragalà, di origine catanese, ma ormai una realtà criminale consolidata e ben strutturata sul territorio del litorale romano.
Basti pensare che con l’operazione del giugno ’19, coordinata dai magistrati Michele Prestipino e Giovanni Musarò, finirono in manette 30 persone.
Un clan che interessò da vicino anche Cisterna e Aprilia e che aveva, come elemento caratterizzante, quello di dialogare con la camorra romana di Michele Senese, i Casalesi e la Cosa Nostra del clan Santapaola.
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Il sodalizio, considerato dagli inquirenti un’associazione per delinquere di stampo mafioso dedita al narcotraffico e alle estorsioni ai danni di commercianti e imprenditoriInsieme ai capi del sodalizio, era capeggiato dal 61enne Alessandro Fragalà, dal nipote 41enne Salvatore Fragalà e dal 61enne Santo D’Agata. Insieme a loro tre, sono stati rinviati a giudizio: Ignazio, Mariangela, Astrid e Simone Fragalà, l’albanese Blerim Sulejmani, Vincenzo D’Angelo, Mariano Cervellione, Giorgio Ermini, Francesco D’Agati, Angelo Arena, Stefano Barbis, Stefano De Angelis, Francesco Loria, Daniele Sozzi, Pasquale Lombardi, Marco Del Fiume, Emiddio Coppola, Luciano Marianera, Manolo Mazzoni, Sergio Palma, Karim Pascal Reguig, Michele Chiaffarata, Renato Islami, Tito Ferranti e l’albanese Enrik Memaj.