CIRCEO, “CASO DAINI DEL PARCO”: ARRIVA L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Michela Vittoria Brambilla
Michela Vittoria Brambilla

Non poteva mancare l’animalista per eccezione del Parlamento italiano: per la questione “daini” scende in campo la deputata Michela Vittoria Brambilla

La deputata di Forza Italia, da tempo impegnata e caratterizzata nelle battaglie animaliste, interviene nel dibattito che sta infuocando la provincia pontina e oltre: l’abbattimento dei daini nel Parco Nazionale del Circeo, resosi necessario, secondo il “Piano gestionale del controllo del daino nella foresta demaniale” dell’Ente Parco, a causa del surplus di animali di una specie che il direttore di Federparchi ha definito “aliena e invasiva”.

Paolo Cassola, Direttore dell’Ente Parco

Secondo il direttore dell’Ente Parco Paolo Cassola, e altri esperti intervenuti in questi giorni, il daino sta distruggendo il sottobosco del Parco Nazionale, tutelato vieppiù dall’Unesco: un vero e proprio danno ambientale. Tenendo a precisare che, però, non ci sarà nessuna mattanza dei daini.

Da poche ore, invece, il Partito Animalista ha annunciato che “dopo aver trovato alcune realtà tra rifugi e associazioni disposte ad ospitare i daini ritenuti in eccesso”, hanno “mandato nella prima mattina di oggi una richiesta al Parco Nazionale del Circeo per conoscere i criteri di adottabilità“. Senza contare la petizione su change.org che è già partita da giorni, dal titolo piuttosto esemplificativo: “STOP all’abbattimento dei Daini del Parco Nazionale del Circeo”.

Ora per salvare i daini, secondo il Partito Animalista, non ci sono più scuse.

Dunque, una serie di posizioni e punti di vista che vedono da una parte le ragioni scientifiche e biologiche, dall’altra quelle un po’ più emotive e politiche. In mezzo, una gran confusione, sopratutto nell’era social dove tutto si confonde.

Daino (foto da Piero Vigorelli)
Una delle foto postate da Piero Vigorelli sul suo profilo social

Il caso, come noto, era stato sollevato da Piero Vigorelli, giornalista, ex sindaco di Ponza, e attuale consigliere dell’isola, che aveva parlato di una vera e propria mattanza con tanto di fucili e fucilieri ad abbattere i daini nelle zone protette del parco. Una tesi suffragata dal summenzionato Piano gestionale che prescrive che “l’abbattimento dovrà materializzarsi in un tiro effettuato con arma a canna rigata di calibro non inferiore a 6,5 mm. munita di un cannocchiale di mira…nel caso l’animale ferito sia agonizzante e visibile l’operatore può essere autorizzato (…) ad avvicinarsi all’animale ed effettuare un ulteriore tiro“. Inoltre, precisa Vigorelli, riportando stralci del Piano gestionale, che “per aumentare l’efficienza della cattura potrà essere utilizzato un fronte di battuta che spinga gli animali verso il corral” che altro non è che una recinzione per i daini, a dir la verità piuttosto crudele a vedersi.

Un esempio di recinzioni corral
Un esempio di recinzioni corral

Insomma, per raggiungere l’obiettivo del Piano gestionale, ci vorranno – dice Vigorelli – 6 anni per ottenere una densità di 15-20 daini per 100 ettari. “Al quindicesimo anno sarà possibile ottenere una densità complessiva molto bassa (3 capi/100 ha) – precisa il Piano gestionale disposto dal Parco – con la popolazione denominata “parco daini” che si assesterà a 6 capi su 100 ha“. 

Eradicazione della specie o mattanza che sia, fatto sta che il problema esiste e, ora, ecco spuntare l’interrogazione parlamentare a risposta scritta dell’onorevole Brambilla (che ricopre anche la carica di Presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente) all’indirizzo del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Brambilla chiede a Costa “se intenda fermare l’inutile mattanza dei daini“, definito come “l’ennesimo episodio della guerra alla fauna selvatica avviata, ormai senza ritegno in questo Paese“, anche in ragione del fatto di aver promosso “sconsiderati programmi di ripopolamento a beneficio dei cacciatori“.

Introdotti 60 anni fa nel Parco del Circeo, i daini erano “originariamente confinati in una superficie recintata di 400 ettari“, poi “sono fuggiti e hanno dato origine alla popolazione che occupa attualmente l’intera foresta, con densità diverse. Nel complesso, secondo la stima risalente al 2015, circa 1268 capi, una media di 43 ogni centro ettari a fronte di una capacità massima, secondo gli estensori del piano, di 15-20 esemplari“.
Un problema gestionale per l’appunto che dovrebbe far ragionare anche sulle responsabilità, inutilmente addossate solo ed esclusivamente su chi c’è ora alla guida del Parco del Circeo.

Poi, la Brambilla ricorda ciò che sostiene da giorni Piero Vigorelli, ossia che lui fu l’unico a votare contrariamente alla delibera n.2 in seno al Consiglio Direttivo del Parco del Circeo nella seduta del 23 gennaio 2017, in qualità di sindaco di Ponza, a differenza inoltre – precisa la Brambilla nell’atto di sindacato ispettivo – del Ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio che diedero l’ok al Piano di gestione del daino.

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