Nella manovra di bilancio di Regione Lazio, ecco la possibilità di ottenere una casa popolare senza attendere le graduatorie…con il “trucco”
Un vero vulnus per chi pazientemente aspetta, a favore di coloro i quali che, accudendo gli anziani, possono ereditarne le case una volta che questi fossero deceduti
Approvata lo scorso 22 dicembre dal Consiglio Regionale del Lazio, la legge di bilancio 2020-2022 ammonta complessivamente a 3,48 miliardi di euro per l’anno 2020, 3,39 per l’anno 2021 e 3,10 per l’anno 2022. Ma il punto sollevato da un articolo de Il Fatto.it è decisamente importante e non perfettamente in linea con la trasparenza e la giustizia sociale.
Gli anziani con problemi economici e di salute, infatti, potranno ospitare persone per accudirle nelle loro case popolari. Dopodiché, una volta deceduto l’assegnatario, gli ospiti potranno ereditare l’alloggio, anche nel caso in cui non facessero parte del nucleo famigliare.
È proprio questo ciò che prevede una norma alla legge di bilancio 2020, passata grazie all’approvazione di un emendamento proposto dal consigliere Paolo Ciani, capogruppo della lista civica Centro Solidale, che appoggia e sostiene la maggioranza del Presidente Nicola Zingaretti. Tutto in nome della convivenza solidale, un aspetto oltremodo condivisibile a patto che non venga stravolto il patto sociale. Come pare in questo caso.
Neanche troppo complesso il procedimento votato dai 26 favorevoli alla legge di bilancio appena varata. Una persona anziana (o una coppia) con “comprovata fragilità socio-economica o non auto-sufficienza” richiede all’Ater di ospitare nel proprio alloggio popolare qualcuno che si prenda cura di lei o che comunque possa farle compagnia. In caso di decesso, come stabilisce il comma 5 dell’articolo 12 bis, l’ospite che ha accudito l’anziano/a ottiene di poter vivere nella stessa casa a condizione di ospitare una ulteriore persona anziana: “La persona o le persone con lui conviventi da almeno 2 anni possono subentrare al medesimo se, entro 30 giorni dal decesso o dalla decadenza, presentano richiesta di autorizzazione ad una nuova convivenza solidale”.
Tra le motivazioni al fondo della norma, si legge che la stessa è per fare fronte al “progressivo invecchiamento della popolazione”, con gli anziani che “ricorrono impropriamente a strutture assistenziali, anche in presenza di semplici bisogni di aiuto o cura facilmente risolvibili a domicilio”, dunque “caricando il settore socio-sanitario di oneri sociali eccessivi ed oggi oramai non più sostenibili”.
Una ratio che, oltre che a fotografare una situazione per cui non si fa mai proprio nulla a ogni livello amministrativo-politico (un Paese invecchiato dove i giovani sono sempre più merce rara), presenta, di fondo, la possibilità per molti furbi di ottenere una casa con estrema facilità, in barba a chi da anni attende un alloggio popolare nelle sterminate graduatorie che scalano a passo lento, se non lentissimo, in tutte le province del Lazio, Latina inclusa. Vieppiù, poi, a fronte di un’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale, l’Ater per l’appunto, che sta attuando da tempo azioni per il recupero degli alloggi, il frazionamento degli stessi e la lotta alle occupazioni abusive spesso appannaggio delle micro o macro criminalità – a Latina è in atto, da tempo, un protocollo tra Ater e Questura che ha dato diversi buoni frutti.