Un botta e risposta continuo tra Padre Gianmarco Falcone, responsabile della Parrocchia “San Carlo da Sezze”, comprensiva della “Cappellania di San Lidano Abate” tra Via Murillo e Migliara 47, e il Comitato spontaneo formatosi attorno alla stessa chiesetta di Casal Bruciato. Alla decisione del parroco di porre fine alla Santa Messa domenicale sono seguite una serie schermaglie e l’assenza di un sereno confronto tra le parti. Ad un tale clima di apprensione avrebbe contribuito, secondo le dichiarazioni del Comitato, l’irremovibilità di una scelta adottata lo scorso novembre dal sacerdote, a dire il vero, col pieno supporto del collegio pastorale e della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.
La crisi nei rapporti tra i fedeli residenti in prossimità del confine tra i comuni di Sezze e Pontinia e la Parrocchia di Sezze Scalo sarebbe apparsa in tutta la sua complessità già il 29 dicembre scorso quando il presbitero avrebbe declinato un invito a partecipare ad un pranzo organizzato dal Comitato.
Nel frattempo persone ben informate della vicenda e al di fuori delle parti avevano fatto sapere in quei giorni di ritenere difficilmente praticabile la soluzione di accorpare la chiesa di Casal Bruciato alla parrocchia di Sant’Anna di Pontinia o a quella della Sacra Famiglia del Quartaccio. Un’ulteriore informazione che rendeva più difficoltoso il soddisfacimento delle istanze portate avanti dalla piccola comunità riunita attorno a San Lidano.
Fatto sta che il 2020 si è aperto nel peggiore dei modi. All’articolo di Latina Oggi a firma di Simone Di Giulio del 2 gennaio, in cui si parlava della chiusura della chiesa, Don Gianmarco Falcone ha replicato dal profilo Facebook della Parrocchia precisando che nelle scorse settimane più volte le porte della chiesa di S. Lidano sono state aperte a un gruppo di persone che farebbe riferimento al comitato spontaneo.
Lo stesso preposto aggiungeva: “…tali – e altre – persone non hanno mai espresso alla comunità questa loro esigenza né hanno chiesto di poter entrare in chiesa in momenti che volutamente hanno svolto all’esterno. Se all’interno di un cammino comunitario pienamente condiviso nascesse l’esigenza di dar vita ad un incontro o addirittura ad un gruppo di preghiera presso la chiesa sussidiaria di S. Lidano, questo sarebbe ben accolto. Il punto è comprendere che la parrocchia di S. Carlo è un’unica comunità, e le stesse motivazioni che hanno portato a rivedere l’orario delle messe domenicali, non solo hanno trovato vita all’interno di un lungo cammino di comunità e di chiesa, ma hanno come obiettivo esclusivo quello di rinsaldare ancora di più il grande vincolo comunitario. Tali persone così facendo rischiano di creare una contrapposizione alla comunità stessa…”.
Il comitato “Rinascita di Casal Bruciato”, in risposta al post di Don Gianmarco Falcone, ha dichiarato:
“…Abbiamo appurato nel mese di novembre della cessazione della messa domenicale nella piccola chiesetta a S.Lidano dedicata a partire dal 25/12/2019. Da subito ci siamo attivati per cercare di scongiurare la cosa, avanzando proposte di ogni genere, ricevendo solo e semplicemente dei No, dimostrando la più totale chiusura, da parte del parroco e della stessa curia che non ci ha ricevuti.
Domenica 29 Dicembre 2019 non è difatti stata celebrata nessuna messa, mentre oggi nella nota a cui facciamo riferimento leggiamo che è stato semplicemente cambiato l’orario delle messe, cosa significa? Chi sta mistificando?
Se ci fossero state messe a Casal Bruciato non saremmo certo qui a controbattere, ma saremmo magari stati a progettare la befana per i bimbi della chiesetta che la devono cercare altrove. In un’altra nota sempre al Vescovo, abbiamo specificato che ci sarebbe la volontà di un Diacono per celebrare messa, con consenso del Vescovo, ma altri silenzi altre verità oggettive, altri impliciti NO.
Una petizione firmataria che ha già raccolto 300 firme, cioè 300 persone che la vedono nello stesso nostro modo, sono un’altra verità, ne vogliamo tener conto?, siamo veramente alla ricerca della verità? In quale modo poi avrebbero potuto offendere, questo comitato e i firmatari la comunità di Sezze Scalo? Difendere i propri ideali, i propri ricordi, il proprio “credo” offende?
Crediamo fermamente che se ai parrocchiani di Sezze Scalo avessero chiesto di venire a messa a Casal Bruciato, avrebbero fatto la stessa identica cosa, nulla più, nulla meno. Molte volte abbiamo chiesto di svolgere attività all’interno della chiesa, compreso il rosario, e tutte quelle volte, sempre davanti a più persone ci è stato negato l’utilizzo, persino il piazzale. Ci sono state aperte le porte il venerdì che il nostro territorio fu investito da raffiche di vento da 110km orari, ma ci fu anche detto e precisato che era solo un gesto di carità, quindi niente aperture, altri NO, Zero illusioni.
Queste sono le verità incontrovertibili ed innegabili, quelle delle persone che davanti la Chiesa hanno atteso un semplice gesto, uno spiraglio, una luce lontana al passaggio di un parroco che a fine messa va via e non ascolta le richieste di un pezzo della sua parrocchia, persone, fedeli, anime.
Questo comitato non cerca responsabili da additare, vogliamo solo avere ciò che ci appartiene, ciò che abbiamo costruito senza chiedere soldi a nessuno, ciò che ci fa stare bene unitamente alle funzioni e le attività che da settant’anni si sono sempre svolte.
Abbiamo scritto al Santo Padre, attendiamo un confronto con il Vescovo, nel frattempo sensibilizzeremo tutta l’opinione pubblica con ogni mezzo a nostra disposizione, per far conoscere a tutti questo angolo di Paradiso e di ciò che cristianamente non riusciamo a condividere”.
Intanto sulla pagina “Rinascita di Casal Bruciato” è stato inserito un post in cui si invitano i fedeli a partecipare mercoledì primo aprile all’Udienza del Santo Padre in Vaticano e al successivo pellegrinaggio presso il Santuario del Divino Amore. Chissà se per quella data Don Gianmarco e il Comitato avranno ridotto le distanze?