“Facciamo così aumma aumma“, si legge tra le numerose righe dell’Ordinanza di applicazione delle misure cautelari quando viene descritta la condotta di una dei vari procacciatori di “affari” del dottor Quadrino, il medico psichiatra del Centro Salute Mentale di Fondi che per 100 euro stilava “bei certificati” – come li chiamava lui – per ottenere pensioni di invalidità senza essere affetti da patologie.
La mediatrice in questione è Fausta Mancini, classe ’47, nata ad Itri, residente a Latina, socia di Mazzarrino Assicurazioni Sas con sede a Latina ma con un secondo ufficio anche a Fondi. Altra socia dell’agenzia di assicurazioni è anche una persona non indagata, responsabile però del patronato ACAI di Fondi, stesso CAAF coinvolto nell’indagine “Certificato pazzo” per mezzo di Mary Lombardozzi della Sede di Itri. Nel corso dell’indagine è emerso che Fausta Mancini, in più occasioni, aveva contattato il dottor Quadrino per inviargli dei pazienti bisognevoli di certificazioni psichiatriche propedeutiche alle invalidità civili e, soprattutto, alle appetitose pensioni di invalidità. La Mancini, proprio oggi, è la prima ad essere stata ascoltata dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario: si trovata in ospedale dove da ieri è ricoverata dopo un malore.
Durante una telefonata della Mancini al Quadrino, la donna chiede allo psichiatra quando può inviare il paziente Giuseppe Cardinale (indagato) il quale vorrebbe uno dei suoi certificati farlocchi: “Poi ci fai tu il certificato, vedi tu va be‘”. Il giorno dell’incontro, invece del paziente farlocco, si presenta la moglie la quale contratta la certificazione per la sua dolce metà. Manca il paziente e manca anche una reale cartella clinica, perciò la certificazione viene fatta sulla base soltanto di ciò che chiede la moglie del fantomatico paziente. Quadrino tende a non scontentare mai le richieste dei suoi clienti: “Io ti volevo mettere una dizione nel certificato, inabile al lavoro, non può lavorare più, che ne dici tu, che? Perché ci sta qua hai capito? Visto che deve andare in pensione, che…“. Al solito, il dottore specifica che non può emettere fattura per i 100 euro della tangente che intascherà (in quanto la corruzione non può essere fatturata, sic!) e precisa però che, in più, va pagato il ticket di 18 euro circa “perché questi certificati qua se non li registriamo hanno un valore importantissimo, se invece facciamo così aumma aumma potrebbero pure trovare delle vie, hai capito“.
È la volta, poi, di Elio Sepe, indagato a piede libero, che telefona al dottor Quadrino e gli dice “Senti un po’, mi dovresti fare una visita per la signora Mazzarino [intendendo Fausta Mancini della Mazzarrino Assicurazioni]”.
Quadrino: Sì è na cosa bona, no? …capito? So’ cinque anni che stai qua ci credono a chillo che scrivemmo…
Sepe: Si ma che scrivemmo cos’a?
Q: Chill che vuo’ tu… tu… mo vai…
S: no no…quello che….che ne so’…con Mazzarino aggia scrive…
Q: Allora…tu l’hai pigliata la…la…pensione?
S: Sì…(incomprensibile)….una bella pensione…
Q: Allora dobbiamo confermare quello che abbiamo scritto, giusto? Allora, io te ne ho fatto una nel 2016…
In questo caso il dottor Quadrino neanche capisce bene lo scopo della visita di Elio Sepe perché, inizialmente, crede che gli sia stata revocata la “bella pensione”. A riprova dell’assoluta inconsapevolezza del medico della situazione del paziente:
Q: Te l’hanno levata fino a mo?
S: No
Q: E allora? T’hanno dato la…la pensione…non t’hanno levato la patente…che cazzo vai trovanno…
Anche in questo caso, come in altri, lo psichiatra raccomanda farmaci da riferire alla visita di conferma della pensione di invalidità da parte di una commissione INPS: “Se ti dovessero domanda’ che medicine prendi? Tu ce risponni me piglio l’Enctat… Capito? Le gocce dici…“.
Infatti, proprio con la signora Maura Calderini (anch’essa indagata) succede che le telecamere nascoste posizionate dai Carabinieri del NAS riprendono un teatrino tra il medico e la paziente-non-paziente per mettersi d’accordo sui medicinali da “prendere”, o meglio farsi trovare preparati al momento dell’esame della commissione sanitaria sui farmaci da assumere, che in realtà sono soltanto materiale scenico. “Le compro e non me le piglio…non c’ho niente, capito, lo compro magari non me le piglio dotto’, però le metto là“.
Il dottor Quadrino è attento anche a due altri particolari, ossia scegliere una patologia da attestare che non infici la capacità di guida, altrimenti come potrebbe continuare a fare affari con un’assicuratrice?
L’altro problema è trovare una scusa preventiva all’ipotetica domanda su una diagnosi fatta ad una paziente fuori dal proprio Comune di competenza: ma Quadrino non si scoraggia per così poco, perché è sufficiente tirare fuori la scusa (già utilizzata in altri casi) di una conoscenza tra medico e paziente fatta al mare, d’estate.
Prima che la paziente di comodo abbandoni lo studio, il medico domanda se Fausta Mancini l’avesse avvertita di una sua personale ossessione: “Io non ti posso fare fattura, te l’ha detto?“.